Portavoce Chiesa cattolica: "La vittoria di Al-Sisi, una rivolta civile contro l'estremismo islamico"
Il Cairo (AsiaNews) - La vittoria alle elezioni presidenziali dell'ex generale Abdel Fattah Al-Sisi "ci rende felici, perché fino a oggi è stato un uomo di parola. Sa che i cristiani sono una parte importante dell'Egitto e vuole difendere la convivenza religiosa. Se riuscirà a garantire sicurezza e ripresa economica, sarà un enorme risultato. Noi speriamo che questo avvenga il prima possibile". A parlare con AsiaNews è p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, nel giorno in cui il nuovo presidente del Paese viene eletto con un plebiscito di fatto.
Come prima cosa, p. Greiche vuole sottolineare che "le notizie circolate nei giorni scorsi sulla scarsissima affluenza elettorali non sono corrette. Già il secondo giorno di voto [martedì 27 maggio ndr] i votanti erano stati 23 milioni. Credo che il prolungamento delle operazioni di voto sia stato deciso per dare modo al maggior numero possibile di persone di esprimere il proprio voto. Ma anche la storia dei 'seggi vuoti' non è vera: il fatto è che la Commissione elettorale ha disposto un numero enorme di stazioni di voto per evitare rischi nello spostamento, e questo ha per forza di cose prodotto alcuni seggi vuoti".
Da questo punto di vista, è importante anche sottolineare l'atteggiamento delle varie comunità egiziane: "I salafiti, ad esempio, hanno detto che sarebbero andati a votare e che avrebbero sostenuto Al-Sisi. Ma guardando i dati, si vede come nelle zone a maggioranza salafita non si sono registrati votanti. Certo, i leader si sono fatti fotografare alle urne; ma poi la loro gente non ha fatto il loro dovere". I cristiani, cattolici e copti, hanno invece votato: "Ho detto ai miei parrocchiani che volevo vederli con il dito macchiato [indice del voto nel Paese ndr], perché è sempre importante far sentire la propria voce".
Secondo p. Greiche queste elezioni hanno avuto anche un altro, importantissimo risvolto: "I numeri e le preferenze a favore di Al-Sisi sono un grido chiaro, da parte della politica e della società civile egiziana, contro il fondamentalismo islamico che sta inquinando i Fratelli musulmani. Loro hanno scelto di boicottare il voto, ma non possono ignorare che il Paese intero è nauseato dalle violenze degli ultimi tempi. Speriamo che colgano presto questo segnale".
La speranza e l'auspicio, ora, riguardano il futuro di un Egitto da troppo tempo nella morsa degli sconvolgimenti politici: "Stabilità e sicurezza per tutte le comunità e ripresa economica. Questi sono gli obiettivi fondamentali, il lavoro che deve accomunarci tutti. Soltanto in questo modo potremo uscire dal pantano e ritornare ai fasti del passato, che devono essere speranza per il futuro".