25/11/2013, 00.00
EGITTO
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Portavoce Chiesa cattolica: "La legge sulle proteste è contro le violenze e non limita i diritti umani"

La nuova legge impone agli organizzatori di avvisare la polizia su data e luogo della manifestazione. Per p. Rafic Greiche il Paese si sta solo adeguando alle normative presenti in Europa e in altri Stati occidentali. Il governo tenta di arginare le proteste violente organizzate negli ultimi mesi dai Fratelli Musulmani. Il provvedimento vieta anche la propaganda politica nelle moschee e nei luoghi di culto.

Il Cairo (AsiaNews) - Il governo egiziano vara una controversa legge per regolamentare le proteste, dopo settimane di manifestazioni violente organizzate dagli studenti affiliati ai Fratelli Musulmani. In protesta contro il governo,19 fra associazioni per i diritti umani e attivisti politici salafiti hanno diffuso un comunicato congiunto contro il nuovo provvedimento definendolo un paravento per dare ulteriori poteri alla polizia e bloccare sul nascere qualsiasi tipo di manifestazioni comprese quelle pacifiche.

P. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, puntualizza che il nuovo provvedimento non limita il diritto a manifestare, ma tenta di evitare scontri e violenze. "In Egitto - spiega il sacerdote ad AsiaNews - non vi è alcuna regolamentazione riguardo a proteste e sit-in, che spesso si trasformano in violenti scontri. Con questa nuova legge, il Paese si adegua alle norme già vigenti nei Paesi occidentali, dove gli organizzatori hanno l'obbligo di avvisare la polizia sulla data e il luogo della protesta". P. Greiche sottolinea che la legge vieta inoltre la propaganda politica nelle moschee e altri luoghi di culto. "Nella maggior parte dei casi - nota - le proteste più violente vengono organizzate proprio dopo prediche e discorsi pronunciati da autorità religiose islamiste all'interno delle moschee".

Firmato ieri da Adly Mansour, presidente ad interim, il nuovo provvedimento offre la possibilità agli organizzatori di avvisare le autorità tre giorni prima dell'evento, invece di sette come previsto dai precedenti regolamenti, ma dà alla polizia il potere di disperdere sul nascere le manifestazioni ritenute violente utilizzando idranti, gas lacrimogeni e pallini di piombo. La legge prevede per i manifestanti trovati in possesso di armi illegali pene detentive fino a sette anni di carcere e multe di oltre 30mila euro. Il governo impone sanzioni anche per gli organizzatori di manifestazioni illegali con multe dai 1000 fino a 3mila euro.    

Gamal Eid, avvocato e attivista per i diritti umani fra i protagonisti delle manifestazioni del 2011 contro Mubarak, punta il dito contro il provvedimento del governo: "L'obiettivo di questa legge è bandire le proteste dalle strade, diritto che gli egiziani si sono guadagnati versando sangue e con grandi sforzi". Eid sostiene che "la legge è incostituzionale e viola la Convenzione internazionale per i diritti civili e politici".

In questi giorni gli islamisti hanno bloccato le principali università del Paese, compresa al-Azhar, incendiato auto e lanciato molotov contro un bus per turisti al Cairo. Questa mattina un gruppo di ignoti ha lanciato una granata contro una postazione della polizia a Hadaeq Al-Qubbah, facendo tre feriti.

Fonti di AsiaNews, anonime per motivi di sicurezza, notano che tali atti non possono rientrare all'interno della voce manifestazioni. Università e strade sono in balia di piccoli gruppi di giovani, spesso fra i 14 e i 17 anni, che impongono con la forza la loro ideologia, impedendo alla maggior parte degli studenti di entrare negli atenei e di partecipare alle lezioni. "Questa tattica - sottolineano le fonti - è tipica dei Fratelli Musulmani, che dopo la deposizione di Mohammed Morsi hanno promesso di mantenere il Paese in un clima di caos costante". Il 20 novembre la polizia ha arrestato 38 minorenni ad Alessandria e al Cairo responsabili di violenze durante le manifestazioni del 19 novembre in memoria del massacro di Mohammed Mahmoud street del 2011. Le fonti precisano che i violenti sono giovani pagati dagli islamisti. Essi si infiltrano nei cortei armati di bastoni, molotov e pistole rudimentali con l'ordine di diffondere la violenza all'interno di proteste pacifiche.

 

 

 

 

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