17/04/2008, 00.00
COREA DEL NORD
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Popolazione piegata dalla carestia, ma il regime salva le statue dei Kim

Il Programma alimentare mondiale dell’Onu lancia l’allarme: 6,5 milioni di nordcoreani rischiano di morire per fame. Il regime risponde con sprechi enormi dettati dal culto della personalità dei due dittatori: 890 milioni di dollari per salvare le statue di Kim Il-sung e Kim Jong-il in caso di attacco.
Pyongyang (AsiaNews) – Grazie agli enormi sprechi ordinati dal regime, una disastrosa politica economica ed un atteggiamento di chiusura internazionale che non ha eguali al mondo, la carestia che quest’anno ha colpito la Corea del Nord rischia di uccidere milioni di persone. Lo denuncia Tony Banbury, direttore per l’Asia del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, che lancia l’allarme: “La situazione è grave, e sta peggiorando con molta rapidità”.
 
Al momento, dicono le stime Onu, 6,5 milioni di nordcoreani (su una popolazione totale di 23 milioni) non hanno nulla da mangiare; il dato potrebbe aumentare rapidamente già nei prossimi giorni. Totalmente dipendente dagli aiuti internazionali, la Corea del Nord ha chiuso le frontiere dopo il biasimo mondiale provocato dai test atomici. Questo ha creato un deficit di provviste che, a causa delle alluvioni dello scorso anno, continua ad aumentare.
 
I prezzi nei negozi alimentari di Pyongyang sono raddoppiati rispetto allo scorso anno, e negli scaffali vi sono sempre meno articoli: “Il Programma è da tempo a conoscenza della crisi alimentare nordcoreana. Abbiamo cercato di avvertire il mondo, ed ora rischia di essere troppo tardi. Noi prendiamo la situazione con la massima serietà, ma non possiamo risolverla da soli”. Il regime nordcoreano, dice l’agenzia internazionale, “deve concedere le condizioni necessarie per far lavorare le organizzazioni mondiali, che da parte loro devono rispondere all’appello il prima possibile”.
 
La Corea del Nord conosce da tempo il dramma della carestia. Nella prima metà degli anni ’90 oltre due milioni di persone sono morte di fame dopo un’annata di inondazioni e siccità. Il governo non ha mai messo in piedi una politica alimentare basata sulle reali possibilità del territorio, continuando a proclamare la propria indipendenza, ma sopravvivendo di fatto con gli aiuti sudcoreani e cinesi. Con il nuovo presidente di Seoul, il conservatore Lee Myung-bak, le cose sono però cambiate: senza progressi sul campo dei diritti umani, ha detto il neo-eletto, niente aiuti umanitari.
 
Invece di operare una politica di risparmio o di alleggerimento diplomatico, Pyongyang ha puntato sulla propaganda politica e sul culto della personalità. Dissidenti nordcoreani fuggiti all’estero denunciano sprechi per milioni di dollari, destinati a salvaguardare il mito del fondatore della Repubblica popolare, Kim Il-sung ("presidente eterno" del Paese, anche se defunto da 14 anni) e del figlio, il “Caro Leader” Kim Jong-il.
 
Secondo un rapporto pubblicato dal Daily North Korea, che raccoglie testimonianze dall’interno del Paese, ogni anno Pyongyang spende 800mila dollari soltanto per mantenere integra la salma del padre della patria. Questa viene accudita da sette ingegneri russi – maestri nell’arte dell’imbalsamazione - che la frizionano due volte a settimana con costosi prodotti chimici utili per mantenere integra la pelle del morto.
 
Inoltre, alcune fotografie satellitari pubblicate sempre dallo stesso gruppo mostrano un nuovo, delirante progetto del regime: la costruzione di una serie di tunnel sotterranei collegati ai basamenti delle statue dei due dittatori sparse per il Paese. Questi canali, che portano ad un bunker sotterraneo, servono in caso di attacco per preservare le circa 140mila “opere d’arte” presenti in Corea del Nord. Il costo dell’operazione si aggira intorno agli 890 milioni di dollari, pari a sei milioni di tonnellate di cereali, che potrebbero salvare la vita a centinaia di migliaia di persone piegate dalla fame.
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