10/03/2020, 12.47
CINA
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Polizia e censura per lo ‘spettacolo’ di Xi Jinping a Wuhan (Video)

di Lu Haitao

Poliziotti e forze di sicurezza negli appartamenti con vista sulle strade percorse da Xi Jinping. Studenti di scuola superiore e universitari costretti a lezioni politiche online che esaltano il ruolo di Xi. La gente è stanca della propaganda a tappeto. Un libro sulle prodezze del Partito nella lotta contro il coronavirus è stato ritirato in silenzio dalle librerie. Infermiere usate come strumenti di propaganda. Ma silenzio sul soffocamento dei dottori che hanno denunciato l’emergere dell’epidemia.

Pechino (AsiaNews) – Secondo molti residenti di Wuhan, la città al centro dell’epidemia di coronavirus, la visita del presidente Xi Jinping a Wuhan è stata uno “spettacolo”.

Xi è arrivato oggi a Wuhan e avrebbe visitato ospedali e quartieri residenziali. Secondo la Xinhua, egli sarebbe andato all’ospedale Huoshenshan, uno di quelli costruiti in grande fretta per ospitare i malati del virus. Ma le foto della Xinhua mostrano Xi seduto in una sontuosa sala di conferenze, mentre parla in video con medici e pazienti. Intanto, quasi a conferma di una vittoria sull’epidemia, i media ufficiali hanno annunciato che tutti gli ospedali temporanei ricavati da sale o stadi sono stati chiusi.

Sui social, la gente di Wuhan ha condiviso foto e video che mostrano un rafforzamento delle forze di polizia e di sicurezza nelle case delle persone (foto 2 e 3): vi sono poliziotti seduti al balcone con vista sulla strada visitata da Xi. Altri video mostrano una massiccia presenza di polizia che si ritira dopo che Xi ha lasciato l’area.

Alcuni giorni fa, diversi residenti hanno gridato “Falso! È tutto falso!” al passaggio della vice-premier Sun Chunlan, in visita a un quartiere della città. Le reazioni hanno suscitato molto interesse sul web.

Da notare che le scuole e le università in Cina sono ancora chiuse. Ma il ministero dell’Educazione ha ordinato agli studenti di scuole secondarie e università di seguire online corsi politici che esaltano la leadership di Xi e le capacità del Partito comunista.

L’epidemia ha macchiato la reputazione del Partito comunista e i leader di Pechino stanno compiendo ogni sforzo per restaurare la fiducia e il controllo sulla popolazione. I media ufficiali esaltano Xi, che avrebbe guidato gli ordini per affrontare l’epidemia. In realtà Xi aveva nominato il premier Li Keqiang come responsabile del gruppo di gestione, ma ormai il ruolo di Li è stato messo ai margini.

Lo scontento della popolazione ribolle anche a causa dell’indebolimento dell’economia, essa pure vittima del coronavirus. Pechino ha cominciato a capire che la gente è stanca della propaganda a tappeto, che rischia di produrre effetti negativi. Wang Zhonglin, il segretario del Partito a Wuhan ha domandato alla popolazione di essere grati al Comitato centrale del Partito e a Xi Jinping, ma si è scontrato con una forte reazione del pubblico. Così, i discorsi di Wang sono stati cancellati dai media ufficiali. Alla fine di febbraio, il Dipartimento della propaganda del Partito aveva annunciato la pubblicazione di un libro di alto profilo che esaltava il ruolo di Xi, dal titolo “Una battaglia contro l’epidemia: il combattimento della Cina contro il Covid-19”. Ma, in modo silenzioso, il libro è scomparso dagli scaffali delle librerie.

Sebbene i media ufficiali lodino l’impegno di medici e infermieri, le loro voci sono soffocate. Dottori come Li Wenliang, che aveva rivelato l’inizio dell’epidemia, sono stati minacciati dalla polizia. Li Wenliang, oftalmologo all’ospedale centrale di Wuhan, è morto per l’infezione. Altri due oftalmologi dello stesso ospedale sono morti sul posto di lavoro. I media non dicono che i due oftalmologi erano colleghi di Li Wenliang.

Del resto, Pechino esalta Li Wenliang come un leale membro del Partito comunista, ma censura tutti gli articoli che parlano di lui. La madre di Li insiste che suo figlio era innocente e domanda spiegazioni alle autorità. All’inizio di febbraio Pechino ha annunciato un’inchiesta sulla morte di Li, ma non vi sono ancora risultati. I poliziotti che hanno minacciato Li e i media ufficiali che lo hanno ridicolizzato le sue parole come una apocalittica fake news non sono stati puniti.

Ai Fen, dottoressa all’ospedale centrale di Wuhan ha rivelato ai media di essere stata minacciata dal capo dell’ospedale per aver condiviso alcune informazioni online. Ai Fen ha detto che è stata criticata e si è sentita mancare vedendo sempre più colleghi infettati. L’intervista ad Ai Fen è stata subito cancellata.

Pechino ha ammesso che oltre 3mila fra medici e infermieri sono stati infettati da prima di gennaio. Intanto sui media ufficiali appaiono infermiere incinte che si dicono pronte a lavorare e che accettano di farsi tagliare i capelli (foto 4). Il governo spiega che quelle infermiere hanno accettato di radersi a zero in modo volontario e per ragioni igieniche. Ma la gente critica questi articoli e dice che le autorità usano queste donne come uno strumento di propaganda.

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