15/07/2010, 00.00
VATICANO
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Più severe e “trasparenti” le norme della Chiesa contro gli abusi sessuali dei preti

Rese note oggi le modifiche alle “Norme sui delitti più gravi”. Si prevedono, tra l’altro, procedure più rapide, estensione a 20 anni della prescrizione, la qualifica di delitto per l’acquisizione, la detenzione o la divulgazione “in qualunque modo e con qualunque strumento” di materiale pedopornografico da parte di un sacerdote. Modifiche anche per i delitti contro la fede e i sacramenti.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Procedure più rapide, estensione a 20 anni della prescrizione, la qualifica di delitto per l’acquisizione, la detenzione o la divulgazione “in qualunque modo e con qualunque strumento” di materiale pedopornografico da parte di un sacerdote, possibilità dell’inserimento di laici nei tribunali, equiparazione dell’abuso su persone con limitato uso di ragione a quello sui minori. Sono alcuni dei punti più significativi delle modifiche apportate dalla Congregazione per la dottrina della fede alle Normae de gravioribus delictis (Norme sui delitti più gravi), a nove anni dalla loro emanazione, per ciò che riguarda gli abusi sessuali commessi da preti e religiosi, rese note oggi.
 
Un punto che non viene toccato, mentre è stato oggetto di polemiche, riguarda la collaborazione con le autorità civili. “Bisogna tener conto - spiega in proposito padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede - che le Norme ora pubblicate sono parte dell’ordinamento penale canonico, in sé completo e pienamente distinto da quello degli Stati”. Padre Lombardi fa inoltre notare che nella "Guida alla comprensione delle procedure di base della Congregazione per la Dottrina della Fede riguardo alle accuse di abusi sessuali", pubblicata sul sito della Santa Sede, l’indicazione: "Va sempre dato seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorità preposte", è stata inserita nella Sezione dedicata alle "Procedure preliminari". “Ciò significa che nella prassi proposta dalla Congregazione per la dottrina della fede occorre provvedere per tempo ad ottemperare alle disposizioni di legge vigenti nei diversi Paesi e non nel corso del procedimento canonico o successivamente ad esso”.
 
Le modifiche alle Norme, pubblicate oggi - ma approvate da Benedetto XVI il 21 maggio - riguardano i “delitti più gravi” e non solo i reati sessuali. Esse quindi si occupano anche di delitti contro la fede (cioè eresia, apostasia e scisma), per i quali sono normalmente competenti gli ordinari, ma la Congregazione diventa competente in caso di appello; la registrazione e divulgazione compiute maliziosamente delle confessioni sacramentali, sulle quali già era stato emesso un decreto di condanna nel 1988; il tentativo di ordinazione delle donne, sul quale esisteva già un decreto del 2007. La normativa pubblicata oggi, infatti, non contiene tanto determinazioni nuove nella sostanza, quanto l’inserimento di normative già vigenti, così da ottenere una normativa complessiva più ordinata e organica sui "delitti più gravi" riservati alla Congregazione per la dottrina della fede.
  
Fra le novità introdotte, padre Lombardi sottolinea soprattutto quelle intese a rendere le procedure più spedite, come la possibilità di non seguire la "via processuale giudiziale" ma di procedere "per decreto extragiudiziale", o quella di presentare al Papa in circostanze particolari i casi più gravi in vista della dimissione dallo stato clericale.
 
“Un’altra norma intesa a semplificare problemi precedenti e a tener conto dell’evoluzione della situazione nella Chiesa, riguarda la possibilità di avere come membri del personale dei tribunali, o come avvocati o procuratori, non solo più sacerdoti, ma anche laici. Analogamente, per svolgere tali funzioni non è più strettamente necessaria la laurea in diritto canonico, ma la competenza richiesta può essere comprovata anche in altro modo, ad esempio con il titolo di licenza. Da notare anche il passaggio del termine della prescrizione da dieci a venti anni, restando sempre la possibilità di deroga anche oltre tale periodo”.
 
Significativa la equiparazione ai minori delle persone con limitato uso di ragione, e la introduzione di una nuova fattispecie: la pedopornografia. Questa viene così definita: "l’acquisizione, la detenzione o la divulgazione" compiuta da un membro del clero "in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo, di immagini pornografiche aventi ad oggetto minori di anni 14". “Si ripropone la normativa sulla confidenzialità dei processi, a tutela della dignità di tutte le persone coinvolte”.
 
“La pubblicazione odierna delle Norme dà un grande contributo alla chiarezza e alla certezza del diritto in un campo in cui la Chiesa è fortemente impegnata oggi a procedere con rigore e con trasparenza, così da rispondere pienamente alle giuste attese di tutela della coerenza morale e della santità evangelica che i fedeli e l’opinione pubblica nutrono verso di essa, e che il Santo Padre ha continuamente ribadito. Naturalmente occorrono anche molte altre misure ed iniziative, da parte di diverse istanze ecclesiali. Per quanto riguarda la Congregazione per la Dottrina della Fede, essa sta attualmente studiando come aiutare gli Episcopati del mondo a formulare e sviluppare in modo coerente ed efficace le indicazioni e direttive necessarie ad affrontare la problematica degli abusi sessuali di minori da parte di membri del clero o nell’ambito di attività o istituzioni connesse alla Chiesa, con riguardo alla situazione e ai problemi della società in cui operano.
 
Sarà un altro passo cruciale nel cammino perché la Chiesa traduca in prassi permanente e in consapevolezza continua i frutti degli insegnamenti e delle riflessioni maturati nel corso della dolorosa vicenda della "crisi" dovuta agli abusi sessuali da parte di membri del clero”. (FP)
 
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