24/04/2006, 00.00
Cina
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Pechino "non cambierà la sua politica di pianificazione familiare"

Zhang Weiqing, direttore della Commissione per la popolazione nazionale e la pianificazione familiare, difende la "legge sul figlio unico" e spiega: "Il problema non è la legge: grazie a questa abbiamo evitato 400 milioni di nascite".

Pechino (AsiaNews/Scmp) – Il governo cinese "farà solo cambi di poco conto" alla politica di pianificazione familiare che "deve rimanere stabile almeno per i prossimi cinque anni". Zhang Weiqing, direttore della Commissione per la popolazione nazionale e la pianificazione familiare, difende così la famigerata "legge del figlio unico" in un'intervista al giornale di Pechino Study Times.

"La politica attualmente in vigore – dice – deve rimanere così com'è, se si vuole affrontare la prossima esplosione demografica del Paese". Per Zhang, "la disuguaglianza sessuale del nostro Paese non è collegabile con questa politica, ma è frutto della profonda convinzione popolare secondo cui un maschio è sempre meglio di una femmina".

Secondo gli esperti cinesi di demografia, in Cina nascono 117 neonati maschi ogni 100 femmine: una sproporzione che si scontra in maniera violenta con la media mondiale di 104 maschi ogni 100 femmine. "La nostra politica di pianificazione familiare non è colpevole di questa situazione – afferma – perché il vero problema sono i controlli pre-natali che danno ai genitori la possibilità di conoscere il sesso del nascituro".

"La priorità di Pechino – spiega – è quella di migliorare la qualità della vita della popolazione e per fare questo è necessario controllare le nascite: dai primi anni '70 [periodo in cui viene lanciato il controllo della popolazione ndr] siamo stati in grado di prevenire circa 400 milioni di nascite". "Il problema più serio – conclude – rimane quello di spiegare a tutti che i ragazzi non sono per forza meglio delle ragazze".

La popolazione cinese – secondo i dati di uno studio dell'Ufficio nazionale di statistica del novembre 2005 – è cresciuta del 3,2% in 5 anni, arrivando a 1,306 miliardi, con una crescita annuale dello 0,63% pari a 8,09 milioni di persone. Ma aumenta con rapidità l'età media della popolazione. I giovani con meno di 14 anni sono diminuiti del 2,62% e gli ultrasessantenni sono cresciuti dello 0,76%. I dati mostrano il rischio di un ulteriore maggior invecchiamento nei prossimi anni.

Aumentano i maschi, che sono il 51,53% della popolazione (+0,44% rispetto a 5 anni fa), con una proporzione di 106,3 uomini per 100 donne. In notevole crescita i migranti: +8,3% per un totale di 147 milioni di persone che dalle campagne vanno a lavorare nelle grandi città. In aumento, in conseguenza, anche i residenti urbani (+6,77%).

Dal 1978 è consentito un solo figlio ai residenti urbani e due ai contadini. Il Paese è passato dai 5,83 figli per coppia negli anni '70 a 2,1 bambini nel 1990 e agli 1,8 attuali. Il governo vuole che, nel 2010, la popolazione non superi gli 1,37 miliardi. Questa politica ha portato a un gran numero di aborti e uccisioni di neonati femmine, per avere un maschio che porti il nome della famiglia.

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