07/07/2016, 09.00
CINA – STATI UNITI
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Pechino avverte Washington: Il mar Cinese meridionale è nostro

In una telefonata col Segretario di Stato John Kerry, il ministro degli Esteri Wang Yi ha invitato gli Stati Uniti a tenere “un comportamento prudente” nelle acque contese. Il prossimo 12 luglio il tribunale dell’Aia pubblicherà la sentenza che condannerà la Cina. Pechino definisce il processo “una farsa”. Gli Usa preparano pattugliamenti per garantire la libertà di navigazione.

 

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – In una discussione telefonica avuta con il Segretario di Stato americano John Kerry, il ministro degli Esteri cinese ha messo in guardia gli Stati Uniti dall’intraprende qualunque azione che infranga la sovranità territoriale di Pechino nel mar Cinese meridionale. Il dialogo è avvenuto a pochi giorni dalla sentenza che la Corte permanente dell’Aia emetterà sulla disputa che riguarda la porzione di oceano dove ogni anno circolano beni per 5mila miliardi di dollari.

Xinhua, l’agenzia di Stato cinese, riporta che durante la telefonata Wang Yi “ha insistito affinché gli Stati Uniti onorino il loro impegno a non prendere parte nelle dispute territoriali, siano prudenti con le parole e le azioni e non facciano nulla che infranga gli interessi e la sovranità cinese”.

La disputa nasce dalla rivendicazione di Pechino di una fetta consistente di oceano comprendente le isole Spratly e Paracel. Queste zone sono contese da Vietnam, Taiwan, Filippine, Brunei e Malaysia. Lì la Cina ha avviato la costruzione di una serie di isole artificiali con impianti militari.

Per contrastare la “militarizzazione” cinese nel mare, nel 2014 le Filippine hanno promosso una vertenza internazionale al tribunale Onu. Pechino si è rifiutata di prendere parte al processo, affermando che la Corte non ha alcuna giurisdizione in materia e che la disputa deve essere risolta dai Paesi coinvolti.

Wang ha ribadito la posizione di Pechino, definendo il processo “una farsa”. Due giorni fa Dai Bingguo, ex Consigliere di Stato cinese e diplomatico a Washington, ha affermato che la sentenza dell’Onu sulla questione del mar Cinese meridionale “è solo carta straccia”.

Il Dipartimento di Stato americano ha confermato la telefonata fra Kerry e Wang. La portavoce Gabrielle Price ha aggiunto che “i due hanno discusso questioni di mutuo interesse. Non intendiamo scendere nei dettagli di questa conversazione diplomatica e privata”.

Secondo fonti statunitensi, se la Cina continuerà ad ignorare la sentenza – che è molto probabile sia a suo sfavore – Washington potrebbe decidere di stabilire dei pattugliamenti navali nelle acque contese per garantire la libertà di navigazione che Pechino vuole impedire.

Altre fonti sottolineano il timore degli Stati Uniti che la Cina possa rispondere dichiarando una zona di controllo e difesa aerea nel mar Cinese meridionale, come aveva fatto nel 2013 nel mar Cinese orientale.

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