Pechino, arrestato l’ex braccio destro del vice presidente Wang Qishan
Dong Hong è accusato di aver intascato tangenti. I fatti risalgono a quando egli era un ispettore dell’anti-corruzione sotto Wang. Xi Jinping starebbe preparando il campo per nuove nomine. Crescono le voci su possibili contrasti tra il presidente cinese e il suo vice. Segni di discordia al Boao Forum.
Pechino (AsiaNews) – La Procura generale del popolo ha incriminato ieri per corruzione Dong Hong, stretto collaboratore del vice presidente Wang Qishan. Lo riporta l’agenzia statale Xinhua, sottolineando che l’indagine condotta nei suoi confronti dalla Commissione nazionale di sorveglianza è iniziata in ottobre.
Dong è stato subito tratto in arresto. Secondo l’organo che indaga fatti di corruzione tra i membri del governo, egli è sospettato di aver accettato tangenti tra il 2012 e il 2017, quando era un ispettore disciplinare di alto grado alla Commissione centrale per il controllo della disciplina, al tempo guidata da Wang.
Il 67enne ex “braccio destro” di Wang era un tempo il segretario di Bo Yibo, veterano del Partito comunista cinese (Pcc) e padre di Bo Xilai, l’ex capo del Partito a Chongqing ora in carcere. Dal 1998 ha iniziato poi a lavorare con lo “zar dell’anticorruzione”.
Espulso dal Pcc il 13 aprile, Dong è accusato di aver sfruttato la propria posizione per favorire uomini d’affari, ricevendo in cambio soldi e altri benefici. Per le autorità anti-corruzione, egli è anche responsabile di aver frequentato “club privati e partecipato a banchetti”, un comportamento “stravagante” che ha compromesso il suo operato.
Analisti fanno notare che dal tipo di accuse formulate sembra che Dong abbia rivelato informazioni sensibili a funzionari locali sotto indagine, cospirato per insabbiare delle indagini e favorito alcune promozioni. Altri sostengono che Xi Jinping stia liberando il campo per le nuove nomine durante il congresso del Partito il prossimo anno.
Alcuni osservatori speculano che l’indagine su Dong sia parte di uno scontro interno tra Wang e Xi. Secondo Cai Xia, ex docente della Scuola centrale del Partito, le resistenze esterne, moltiplicatesi dopo lo scoppio della pandemia da Covid-19, hanno impaurito Xi, che ha risposto intensificando la repressione contro gli oppositori dentro e fuori il Pcc. Per timore di perdere il potere, il leader supremo cinese sta prendendo le distanze da un alleato della prima ora come Wang, ritenuto da molti nel Partito la figura più capace del regime.
Segni di discordia sarebbero apparsi il 20 aprile alla cerimonia di apertura del forum economico Boao, la “Davos cinese”. Chiamato sul palco prima dell’intervento di Xi, Wang ha precisato che non avrebbe pronunciato alcun discorso. Egli ha aggiunto di essere lì solo per annunciare il presidente (e segretario del Partito), definendosi un “anfitrione temporaneo”.
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