02/04/2021, 10.23
LIBANO
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Patriarca Raï a Hezbollah: basta trascinare il Libano in guerre e divisioni

di Fady Noun

Nuovo affondo del porporato contro il movimento sciita, che rifiuta una posizione di “neutralità” nell’interesse del Paese e del suo popolo. Rilanciato il dialogo fra presidente e premier incaricato, per giungere alla formazione di un nuovo governo. Dietro le quinte prosegue il dialogo fra patriarcato e movimento sciita nel quadro del comitato bipartito Bkerké-Hezbollah. 

Beirut (AsiaNews) - A fronte del rischio di compromettere gli sforzi di pacificazione che mirano a facilitare il processo di formazione di un nuovo governo, ai quali il patriarca maronita Beshara Raï partecipa in prima persona, alcune televisioni e social hanno diffuso ieri alcune frasi in cui, senza mezzi termini e in una sorta di “verità politica” egli non vuole più nascondere la realtà dei fatti. Il porporato accusa infatti in modo aperto Hezbollah di voler trascinare i libanesi in una guerra (a Israele) contro la volontà del suo popolo e senza chiedere la sua opinione. Il patriarca ha esternato i propri pensieri prima del discorso pronunciato il 31 marzo scorso dal segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, nel quale egli ha lasciato intendere che non bisogna “disperare” circa la possibilità di formare un nuovo governo. 

“Perché siete contro la neutralità?” Volete costringerci a entrare in guerra?” afferma il patriarca in questo video che ha avuto una enorme condivisione sui social network nella notte fra il 31 marzo e il 1 aprile. “Perché rifiutate una iniziativa di neutralità che è nel vostro interesse e in quello di tutti i libanesi e apre la via alla prosperità? Perché avete deciso di trascinare i libanesi in una guerra che avete deciso di sferrare senza aver prima chiesto il loro parere?”.

“Avete chiesto il consiglio e l’approvazione dei libanesi prima di un vostro coinvolgimento in Siria, in Iraq e nello Yemen? Avete sentito il parere del governo prima di decidere di guerra o di pace con Israele?” prosegue il capo della Chiesa maronita, ricordando che secondo la Costituzione queste decisioni devono essere prese “dal governo a maggioranza dei due terzi”. “Quello che faccio [sostenendo la neutralità] lo faccio nel vostro interesse, ma voi, voi ignorate proprio tanto il nostro interesse quanto quello della vostra base” ha insistito il patriarca. Egli ha poi aggiunto di aver ascoltato alcuni sostenitori di Hezbollah venuti a incontrarlo a Bkerké e che gli hanno confidato che le armi del partito sciita sono “dirette anche contro di loro”, che “non possono più sopportare” questa situazione e “hanno fame” come tutto il resto del popolo libanese.

Il filmato è tratto da una videoconferenza tenuta il 27 marzo scorso dal patriarca a Bkerké, con i fedeli della parrocchia di San Marone di Brooklyn e di Nostra Signora del Libano di Los Angeles. La conferenza è disponibile su internet in versione integrale. La parte che è di nostro interesse si trova al minuto 49. Nella cerchia del patriarca maronita il video che sta circolando non ha destato particolare scalpore, e si tende a distinguere in modo netto fra le parole del patriarca e il processo di formazione del governo. “Sono parole che dice da tempo e che non ha mai nascosto” ha osservato una personalità vicina al porporato, la quale aggiunge che il capo della Chiesa maronita “spera ancora che si trovi un terreno comune fra il capo dello Stato e il Primo Ministro incaricato, in modo tale da favorire la formazione di un nuovo governo”.

Da parte sua, l’avvocato Harès Chéhab ritiene “che sia inutile creare un caso e montare la polemica;  quest’ultima si sgonfierà da sola”. Chiunque ha potuto caricare il video in questione, aggiunge il legale, visto che le parole del patriarca sono state pronunciate il 27 marzo davanti a diverse centinaia di fedeli. L’avvocato, assieme al vicario patriarcale Samir Mazloum, rappresenta il patriarcato maronita all’interno del comitato bipartito Bkerké-Hezbollah, incaricato di promuovere il dialogo fra i due organismi.

Il 27 febbraio, durante una grande manifestazione organizzata a Bkerké per sostenere i suoi appelli alla neutralità del Libano e per lo svolgimento di una conferenza internazionale sotto l’egida dell’Onu sulla crisi libanese, il patriarca aveva chiesto la “liberazione della legalità dalla camicia di forza che la trattiene”, ora che “il territorio è stato liberato”. Dopo questa accusa contro Hezbollah e le sue armi, il dialogo fra le parti è comunque proseguito grazie all’opera del comitato bipartito. Questo gruppo si è riunito l’8 marzo e, secondo una dichiarazione del partito filo-iraniano, ha sollevato “la questione della neutralità positiva proposta dal patriarca Raï“. Hezbollah ritiene che il Libano non possa essere neutrale di fronte alle “minacce” israeliane e ritiene che una internazionalizzazione della questione ai sensi del capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite equivarrebbe a una “dichiarazione di guerra”. Tuttavia, il patriarca non ha mai menzionato questa possibilità, ricordando che il Libano indipendente è nato nel 1943 fondandosi sulle fonti battesimali della neutralità. 

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