07/04/2007, 00.00
TURCHIA
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Patriarca Bartolomeo, Pasqua, la morte è stata definitivamente vinta

Nel suo messaggio pasquale il Patriarca scrive che i credenti non debbono più avere paura della fine dell’esistenza, perché Gesù è risorto, e noi con lui.
Istanbul (AsiaNews) – La morte è stata sconfitta e chi crede in Gesù deve guardarla senza paura, preoccupandosi solo di avere fede e mantenere “pura” la propria anima. La lieta novella dell’annuncio della Risurrezione e quindi della vittoria sulla morte è al centro del messaggio pasquale del patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, che questa notte verrà letto in gran parte del mondo ortodosso.
 
“Cristo è risorto! – scrive il patriarca - Di nuovo riecheggia questo lieto messaggio dei cristiani in una società di benessere, per la sua maggioranza cristiana. Ma questa società rinuncia ad interrogarsi sulla questione della morte e continua a vivere  come se la morte fosse inesistente e la risurrezione inutile. Eppure non c’è cosa più tremenda del mistero della morte come dicono  l’innografo della chiesa e la realtà quotidiana. La paura della morte, evidente per chi ha problemi di salute e gli anziani, per quanto si cerca di rinviarla con vari metodi, consuma la pace dei cuori e riempie l’anima con ingiustificabile angoscia perché questa continua  incertezza la rende  insopportabile”.
 
“A questa incertezza – prosegue il messaggio pasquale - ha dato fine la resurrezione del Nostro Signore. La morte non domina più la vita. Non è più l’ inevitabile  fine della nostra esistenza. La lastra tombale non copre più eternamente la nostra esistenza con l’eterno silenzio. Il masso che chiudeva  l’ingresso della  tomba di Cristo venne rimosso e il Nostro Signore usci trionfatore, superiore alla morte. La paura della morte sparì per chi segue le sue tracce e il tutto si riempì di gioia e speranza.
Dove sei morte centro di tutto, dov’è la tua vittoria, Ade, esclamava trionfante   il nostro predecessore San Giovanni Crisostomo. Certamente per molti le nostre parole suonano come un delirio. Gli ateniesi quando sentirono l’apostolo Paolo parlare della resurrezione dei morti, sorrisero ironicamente e rivolgendosi a lui gli dissero “ne parleremo di nuovo”. Gli stessi apostoli benché avessero sentito dal Signore che il terzo giorno sarebbe risuscitato, ebbero difficoltà di accettare il messaggio delle donne che annunciava loro che Cristo è risorto”.
 
“Noi, carissimi fratelli e sorelle in Cristo – scrive ancora Bartolomeo I - viviamo la ripetuta morte e la continua resurrezione del Signore. Non soltanto tramite l’iconografia della chiesa, ma anche tramite la vita dei nostri santi e martiri antichi e contemporanei. Il Signore è risorto e ha donato la vita .Ma continua a risorgere e donare la vita. La morte è diventata ormai una porta di transizione in un nuovo stato di vita. Ha cessato di essere la prigione delle anime, una via senza uscita, uno stato di disperazione. Gli steccati della morte furono sciolti e  per chi segue Cristo può tornare nella vita insieme a Lui. Abbiate fede e speranza carissimi fratelli e sorelle, rinunciate alla paura della morte e le angosce della vita”.
 
“Per i credenti – termina il messaggio - non esiste la morte. Purificate soltanto le vostre anime e corpi e seguite il Signore, il quale è la nostra resurrezione. Il lieto messaggio della risurrezione non è estraneo e indifferente per noi, ma riguarda tutti noi, e ci deve riempire di gioia quando si esclama “Cristo è risorto. Perché è veramente risorto” e insieme a Lui anche noi”.
 
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