24/02/2018, 11.03
CINA-UE
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Parlamentari europei: Pechino deve rilasciare Gui Minhai ‘immediatamente e senza condizioni'

La richiesta in una lettera firmata da 37 politici europei. Sì agli accordi con la Cina, ma non a prezzo della sicurezza dei cittadini europei; Gui non è il primo, ma deve essere l’ultimo. La Cina porta avanti un “inquietante schema” di repressione contro gli attivisti per i diritti umani.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Gui Minhai deve essere rilasciato “immediatamente e senza condizioni”. È la richiesta di 37 parlamentari europei in una lettera inviata due giorni fa al presidente cinese Xi Jinping, resa pubblica ieri.

Gui Minhai, editore con la doppia cittadinanza cinese e svedese, è stato sequestrato il mese scorso dalla polizia cinese mentre si recava a Pechino per alcune visite mediche insieme a due diplomatici svedesi. La Svezia ha immediatamente richiesto il suo rilascio, scatenando la reazione di Pechino: pochi giorni dopo, il ministero della Pubblica sicurezza ha organizzato un incontro fra Gui e i media cinesi e di Hong Kong. Nell’intervista di 20 minuti, l’editore di Hong Kong ha accusato il governo svedese di aver “sensazionalizzato” il suo arresto, ed è apparso in difficoltà su alcune domande (come il motivo del suo improvviso arresto).

Nella lettera, i parlamentari europei rivolgono a Xi una “dura condanna all’arresto e alla continua detenzione del cittadino svedese Gui Minhai”, aggiungendo che “in attesa del suo rilascio” esortano il governo cinese affinché egli “sia protetto da torture e maltrattamenti, gli sia concesso di raggiungere lo staff diplomatico, la sua famiglia e gli avvocati di sua scelta, e abbia cure mediche adeguate”.

I politici europei sostengono che Gui non è il primo cittadino europeo ad essere “ingiustamente detenuto” in Cina, e che il loro obbiettivo è assicurarsi che sia l’ultimo. I parlamentari ricordano Peter Dahlin, attivista per i diritti umani arrestato in Cina all’inizio di gennaio 2016 e costretto a leggere in televisione una confessione. Dahlin ha poi ammesso che il testo era stato preparato dalle autorità, e di essere stato sottoposto a privazione del sonno mentre era in carcere: nella sua cella erano accese luci fluorescenti tutta la notte.

Questi casi sono interpretati dai politici europei come “parte di un inquietante schema di repressione, le cui principali vittime sono difensori dei diritti umani, attivisti e avvocati cinesi, presi di mira per le loro pacifiche attività per i diritti umani, sia dentro che fuori i confini cinesi”. “Sebbene il Parlamento europeo sostenga lo scopo di rapporti di collaborazione e rispetto con la Cina, non permetteremo che ciò avvenga al prezzo della sicurezza dei nostri cittadini,” continuano i parlamentari, affermando che il rilascio di Gui è “una prova cruciale del suo impegno”.

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