28/04/2014, 00.00
INDIA - VATICANO
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Papi santi: Hanno saputo comunicare Dio a un mondo scettico

di Sajan K George
Il presidente del Global Council of Indian Christians festeggia la canonizzazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII, uniti dall'esperienza del Concilio Vaticano II che "ha spalancato le porte della Chiesa allo Spirito Santo".

Mumbai (AsiaNews) - I due Papi santi "hanno comunicato Dio a un mondo scettico, spalancando le porte della Chiesa con il Concilio e varcandole con coraggio. Hanno saputo vivere con il mondo". Parole di Sajan K George, attivista democratico e presidente del Global Council of Indian Christians, che in questo commento inviato ad AsiaNews celebra la grande canonizzazione presieduta ieri da papa Francesco in piazza San Pietro.  

Ho potuto vedere con chiarezza la gioia e la santità irradiare da questi due magnifici Papi, vicari di Cristo che hanno camminato sulla Terra nel corso della mia vita. Nel corso della loro esistenza, hanno comunicato Dio a un mondo scettico in una maniera che molti non sono in grado di emulare. Come ci ha ricordato Benedetto XVI, i santi sono in grado di compiere il grande viaggio dell'esistenza umana in maniera simile a quella di Cristo perché sono pieni di speranza, che offrono a chi speranza non ne ha più. Chi potrebbe mai dimenticare la prima visita di Giovanni Paolo II alla sua nativa Polonia, il 2 giugno 1979, evento fondamentale per spazzare via più di 60 anni di comunismo ateo, che stringeva all'epoca il continente europeo?

La santità particolare di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII è collegata al Concilio Vaticano II. Aprendo il Concilio nel 1962, papa Giovanni spalancò le porte della Chiesa per permettere allo Spirito di riempirla; e se Giovanni XXIII ha aperto quelle porte, Giovanni Paolo II le ha attraversate. Nei suoi 27 anni di pontificato, il primo Papa non italiano dai tempi del Rinascimento ha percorso più di 750mila miglia, con 104 viaggi all'estero: un numero maggiore di quello che si ottiene unendo tutti i viaggi di tutti i suoi predecessori.

Canonizzando due dei santi più popolari dell'era moderna, papa Francesco aggiunge un nuovo elemento alla definizione di santità: vivere con il mondo, dove i consacrati non sono solo monaci ma icone di speranza per i poveri. Le gioie e le speranze, i dolori e le ansie degli uomini di oggi - e in modo particolare di coloro che vivono ai margini - sono le gioie e i dolori dei seguaci di Cristo.

I santi moderni sono uomini e donne che vivono e affrontano la vita reale. Nel contesto dell'umanità, dovranno comunicare con le parole e i gesti le verità senza tempo della fede: Dio non si stanca mai di amare il suo popolo, e tutti gli esseri umani sono redenti e creati santi dall'amore di Dio attraverso Gesù Cristo.

Giovanni Paolo II ha amato l'India e l'ha visitata due volte, nel 1986 e nel 1999 (quando firmò l'enciclica "Ecclesia in Asia"). Durante la visita, il santo ha visitato il memoriale dedicato al Mahatma Gandhi e ha lasciato un messaggio, una citazione del leader indiano: "Una cultura non può sopravvivere se cerca di essere esclusiva". Io sono onorato e pieno di umiltà per aver ricevuto il Premio Giovanni Paolo II per l'armonia sociale. 

 

 

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