03/10/2016, 10.48
VATICANO
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Papa: una cosa è accogliere gli omosessuali, altra l’indottrinamento gender a scuola

Nel volo di ritorno dall’Azerbaijan Francesco ha risposto anche a domande sui viaggi, la pace tra Armenia e Azerbaigian, il prossimo concistoro, l’ecumenismo e il Nobel per la pace. “Le relazioni tra Vaticano e Cina si devono stabilizzare in positivo, si deve fissare in un rapporto e di questo si sta parlando, lentamente … Ma le cose lente vanno bene”. Nel 2017 forse viaggerà in India e Bangladesh.

 

Città del Vaticano (AsiaNews) – Una cosa è l’accoglienza e l’accompagnamento di una persona omosessuale, altra cosa è l’indottrinamento gender fatto a scuola. Papa Francesco ha spiegato così, parlando con i giornalisti durante il volo di ritorno dall’Azerbaijan, l’affermazione fatta ieri sulla teoria gender e il fatto che “ho accompagnato nella mia vita di sacerdote, di vescovo e anche di papa persone con tendenza e con pratica omosessuali”.

In quasi un’ora di conversazione, il Papa ha risposto anche a domande sui viaggi, la pace tra Armenia e Azerbaigian, il prossimo concistoro, l’ecumenismo e il Nobel per la pace. Ha detto che l’anno prossimo andrà a Fatima, “quasi di sicuro in India e Bangladesh”, “in Africa non è sicuro, dipende dalla situazione politica e dalle guerre”, in Colombia “se il processo di pace riesce, quando la vittoria del plebiscito sarà sicura e non si potrà tornare indietro”. E in Cina? “Le relazioni tra Vaticano e Cina si devono stabilizzare in positivo, si deve fissare in un rapporto e di questo si sta parlando, lentamente… Ma le cose lente vanno bene, sempre. Le cose in fretta non vanno bene. Il popolo cinese ha la mia stima. L'altro giorno all'Accademia delle scienze c'è stato un convegno sulla Laudato sì e c'era una delegazione dalla Cina: il presidente cinese mi ha mandato un regalo. Mi piacerebbe andare, ma non penso ancora...”.

Quanto agli omosessuali, “Li ho accompagnati e avvicinati al Signore, alcuni non possono... Ma le persone si devono accompagnare come le accompagna Gesù. Quando una persona che ha questa condizione arriva davanti a Gesù, lui sicuramente non dirà: ‘Vattene via che sei omosessuale!’. Quello di cui ho parlato è quella cattiveria che oggi si fa con l'indottrinamento della teoria del gender. Mi raccontava un papà francese che a tavola stava parlando con i figli, e ha domandato al ragazzo di dieci anni: ‘Tu che cosa voi fare da grande?’. ‘La ragazza!’. E il papà si è accorto che nei libri di scuola si insegnava la teoria del gender, e questo è contro le cose naturali. Una cosa è che una persona abbia questa tendenza o questa opzione, o anche chi cambia il sesso. Un'altra cosa è fare l'insegnamento nelle scuole su questa linea, per cambiare la mentalità. Queste io le chiamo colonizzazioni ideologiche. L'anno scorso ho ricevuto una lettera di uno spagnolo che mi raccontava la sua storia. Si sentiva ragazzo ma era fisicamente una ragazza. Lo aveva raccontato alla mamma dicendo di voler fare l'intervento chirurgico. La mamma le ha chiesto di non farlo mentre lei era viva. Era anziana, è morta presto. Ha fatto l'intervento, ora è un impiegato di un ministero in Spagna. È andato dal vescovo e il vescovo lo ha accompagnato tanto. Un bravo vescovo questo, ‘perdeva’ tempo per accompagnare quest'uomo. Poi si è sposato, ha cambiato questa identità civile e lui - che in precedenza era lei - mi ha scritto che sarebbe stato di consolazione venire da me. L'ho ricevuto. Mi ha raccontato che nel quartiere dove abitava c'era un vecchio sacerdote, il vecchio parroco, e c'era il nuovo. Quando questo lo vedeva, lo sgridava dal marciapiede: ‘Andrai all'inferno!’. Il vecchio sacerdote ottantenne, invece, gli diceva: ‘Da quanto tempo non ti confessi? Vieni, vieni...’. La vita è la vita, e le cose si devono prendere come vengono. Il peccato è il peccato. Le tendenze o gli squilibri ormonali danno tanti problemi e dobbiamo essere attenti a dire che tutto è lo stesso: ogni caso bisogna accoglierlo, accompagnarlo, studiarlo, discernere e integrarlo. Questo è quello che farebbe Gesù oggi. Per favore però adesso non dite: il Papa santificherà i trans! Già mi vedo le prime pagine dei giornali... È un problema umano, di morale. E si deve risolvere come si può, sempre con la misericordia di Dio, con la verità, ma sempre col cuore aperto”.

E’ un atteggiamento che Francesco propone anche sul tema del divorzio, delle famiglie ferite e dell’attacco alla famiglia. “L’immagine di Dio non è l’uomo: è l’uomo con la donna. Insieme. Che sono una sola carne quando si uniscono in matrimonio. Questa è la verità. È vero che in questa cultura i conflitti e tanti problemi non ben gestiti e anche filosofie di oggi, faccio questo, quando mi stanco ne faccio un altro, poi ne faccio un terzo, poi ne faccio un quarto, è questa guerra mondiale che lei dice contro il matrimonio. Dobbiamo essere attenti a non lasciare entrare in noi queste idee”. Centrale è la misericordia. “Amoris laetitia parla di come trattare questi casi, le famiglie ferite, e c'entra la misericordia. Le debolezze umane esistono, i peccati esistono, l'ultima parola non ce l'ha la debolezza, non ce l'ha il peccato, ma la misericordia! Nel matrimonio ci sono i problemi, e come si risolvono? Con quattro criteri: accogliere le famiglie ferite, accompagnare, discernere ogni caso e integrare, rifare. Questo significa collaborare in questa ricreazione meravigliosa che ha fatto il Signore con la redenzione. L'Amoris Laetitia si deve leggere tutta, dall'inizio alla fine. C'è il peccato, la rottura, ma anche la cura, la misericordia, la redenzione”.

Altro tema è stato l’ecumenismo. Francesco è stato toccato dal Patriarca Ilia II, “un uomo di Dio”  che lo ha “commosso”. La via dell’ecumenismo è “pregare gli uni per gli altri. Questo è importantissimo: la preghiera. E secondo, fare cose insieme: ci sono i poveri, lavoriamo insieme con i poveri; c’è questo e questo problema, possiamo farlo insieme? Lo facciamo insieme; ci sono i migranti? Facciamo insieme cose... Facciamo le cose del bene per gli altri. Insieme. Questo possiamo farlo. E questo è il cammino dell’ecumenismo”.

Come si può arrivare a una pace permanente tra Armenia e Azerbaigian? “L' unico cammino è il dialogo sincero, faccia a faccia, senza accordi sottobanco. Un negoziato onesto. E se non si può arrivare a questo, bisogna avere il coraggio di andare a un Tribunale internazionale, all’Aja per esempio, e sottomettersi al giudizio internazionale. L’altra via è la guerra. Ma con la guerra si perde tutto”.

E quando andrà a trovare i terremotati italiani? “Mi sono state proposte tre date, due non le ricordo, la terza è la prima domenica di Avvento. Appena rientrato sceglierò. Farò una visita privata, da solo, come sacerdote, come vescovo e come Papa. Vorrei essere vicino alla gente”.

I cattolici Usa dovrebbero scegliere tra un candidato lontano per molti aspetti dall' insegnamento della Chiesa e un altro che ha fatto dichiarazioni contro i migranti... “In campagna elettorale io non dico mai dico una parola. Il popolo è sovrano, dirò solo: studia bene le proposte, prega e scegli in coscienza. Ma al di là del caso specifico, quando in un Paese qualsiasi ci sono candidati che non danno soddisfazione a tutti, significa che la vita politica di quel Paese è forse troppo politicizzata ma non ha tanta cultura politica”.

L'arcivescovo di Rouen ha detto che lei ha autorizzato il processo di beatificazione di padre Hamel senza aspettare i cinque anni. “Faremo degli studi, ma l'intenzione è andare su questa linea. Comunque si devono cercare testimonianze fresche per aprire il processo”.

Quando i nuovi cardinali, e a quali criteri si ispira? “A fine anno, o all' inizio del prossimo. La lista è lunga ma ci sono solo 13 posti. Bisogna cercare un equilibrio. Mi piace che si veda nel Collegio cardinalizio l'universalità della Chiesa, i cinque continenti, e non solo il centro europeo”.

 

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