14/09/2015, 00.00
VATICANO
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Papa: seguire la strada della Croce per resistere alle seduzioni del male

Il serpente “è un incantatore”, ma è anche “un bugiardo”. “Ti promette tante cose ma all’ora di pagare paga male, è un cattivo pagatore”. “Se un cristiano vuole andare avanti sulla strada della vita cristiana deve abbassarsi, come si è abbassato Gesù. E’ la strada dell’umiltà, sì, ma anche di portare su di sé le umiliazioni come le ha portate Gesù”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Guardarci dalle tentazioni del male che “promette tante cose ma all’ora di pagare paga male, è un cattivo pagatore” e seguire la via indicata da Gesù. “la strada dell’umiltà, sì, ma anche di portare su di sé le umiliazioni come le ha portate” Lui. L’ha detto il Papa nell’omelia della messa celebrata oggi, festa dell’Esaltazione della Santa Croce, a Casa santa Marta - alla quale hanno partecipato anche i cardinali del C9 che da oggi sono riuniti con Francesco fino al 16 settembre - commentando le letture del giorno nelle quali, ha evidenziato, il protagonista è il serpente.

La Genesi, ha osservato, ci mostra che il serpente è il più astuto, “è un incantatore, e anche ha la capacità di fascino”, di affascinarti. La Bibbia, ha proseguito, ci dice anche che “è un bugiardo, è un invidioso, perché per l’invida del diavolo, del serpente, è entrato il peccato nel mondo”. E questa capacità di seduzione ci rovina. “Ti promette tante cose ma all’ora di pagare paga male, è un cattivo pagatore. Ma ha questa capacità di sedurre, di incantare. Paolo si arrabbia con i cristiani di Galazia che gli hanno dato tanto da fare e gli dice: ‘Ma, stolti Galati, chi vi ha incantati? Voi che siete stati chiamati alla libertà chi vi ha incantati?’. E questi li ha corrotti il serpente. E questa non è una cosa nuova, era nella coscienza del popolo di Israele”.

Il Papa ha poi evidenziato il fatto che il Signore dice a Mosè di “fare un serpente di bronzo” e chi lo guardava si sarebbe salvato. Questa è una figura, ma anche “una profezia, è una promessa, una promessa non facile da capire”, perché Gesù stesso a Nicodemo spiega che “come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna”. Dunque “quel serpente di bronzo era una figura di Gesù innalzato sulla Croce”. “Ma perché il Signore ha preso questa figura tanto brutta, tanto cattiva? Semplicemente perché Lui è venuto per prendere su di sé tutti i nostri peccati e Lui è diventato il più grande peccatore senza averne fatto alcuno. E Paolo ci dice: ‘Lui si è fatto peccato per noi’, riprendendo la figura ‘Lui si è fatto serpente’. E’ brutto! Lui si è fatto peccato per salvarci, questo significa il messaggio della liturgia della Parola di oggi, il percorso di Gesù”. Dio si è fatto uomo e si è addossato il peccato. E Paolo ai Filippesi, “a cui voleva tanto bene”, spiega questo mistero: “Pur essendo nella condizione di Dio, Gesù non ritenne un privilegio di essere come Dio ma svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini; umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e morte di Croce”.

Gesù “annientò se stesso, si è fatto peccato per noi, Lui che non conosceva peccato”. Questo “è il mistero, possiamo dire: ‘Si è fatto come un serpente’, brutto”. “Quando guardiamo Gesù sulla Croce, ma ci sono bei dipinti, ma la realtà è un’altra: era strappato tutto, insanguinato dai nostri peccati. Questa è la strada che Lui ha preso per vincere il serpente nel suo campo. Guardare la Croce di Gesù, ma non quelle croci artistiche, ben dipinte: guardare la realtà, cosa era la croce in quel tempo. E guardare il suo percorso e a Dio, che annientò se stesso, si abbassò per salvarci. Anche questa è la strada del cristiano. Se un cristiano vuole andare avanti sulla strada della vita cristiana deve abbassarsi, come si è abbassato Gesù. E’ la strada dell’umiltà, sì, ma anche di portare su di sé le umiliazioni come le ha portate Gesù”.

Nella festa della Esaltazione della Santa Croce, il Papa ha infine chiesto la grazia alla Madonna di “piangere d’amore, di piangere di gratitudine perché il nostro Dio tanto ci ha amato che ha inviato il suo Figlio” ad “abbassarsi e annientarsi per salvarci”.

 

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