26/03/2020, 11.20
VATICANO
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Papa: quest’anno niente Via Crucis al Colosseo, né Lavanda dei piedi

Il dicastero vaticano del Culto Divino ha diffuso un decreto con le “indicazioni generali” da seguire nell’organizzazione delle celebrazioni che vanno dalla Domenica delle Palme a quella di Pasqua. Per i riti, niente “concorso di popolo”. Potranno essere di aiuto “i mezzi di comunicazione telematica in diretta, non registrata".

Città del Vaticano (AsiaNews) – Niente Via Crucis al Colosseo, né Lavanda dei piedi, quest’anno, per papa Francesco, e neppure le altre celebrazioni con i fedeli. Sarà una Pasqua diversa per tutti. Lo evidenziano le disposizioni prese dal dicastero vaticano del Culto Divino che ha diffuso un decreto con le “indicazioni generali” da seguire nell’organizzazione delle celebrazioni che vanno dalla Domenica delle Palme a quella di Pasqua. Un documento reso necessario dal “rapido evolversi della pandemia” e “tenendo conto delle osservazioni pervenute dalle Conferenze episcopali”.

Il decreto parte dalla considerazione che la data della Pasqua “non può essere trasferita”. Di conseguenza, nei Paesi “colpiti dalla malattia, dove sono previste restrizioni circa gli assembramenti e i movimenti delle persone, i Vescovi e i Presbiteri celebrino i riti della Settimana Santa senza concorso di popolo e in luogo adatto, evitando la concelebrazione e omettendo lo scambio della pace”.

I fedeli, comunque, “siano avvisati dell’ora d’inizio delle celebrazioni in modo che possano unirsi in preghiera nelle proprie abitazioni”. Potranno essere di aiuto “i mezzi di comunicazione telematica in diretta, non registrata. In ogni caso rimane importante dedicare un congruo tempo alla preghiera, valorizzando soprattutto la Liturgia Horarum.

A queste disposizioni generali, seguono quelle relative alle celebrazioni della Settimana Santa, per vivere bene la quale le conferenze episcopali e le singole diocesi sono invitate a “offrire sussidi per aiutare la preghiera familiare e personale”.

La celebrazione della Domenica della Palme dovrà avvenire “all’interno dell’edificio sacro” e si richiede che le cattedrali adottino “la seconda forma prevista dal Messale romano, nelle chiese parrocchiali e negli altri luoghi la terza”. Quanto alla Messa crismale gli episcopati potranno, a seconda della situazione del Paese, indicare un eventuale trasferimento di data.

Quanto al Triduo pasquale, nella Messa in “Coena Domini” del Giovedì Santo, “la lavanda dei piedi, già facoltativa, si ometta”. Non verrà effettuata neanche la processione conclusiva e il Santissimo Sacramento verrà custodito nel tabernacolo. “Eccezionalmente” viene concessa ai presbiteri la facoltà di celebrare la Messa “senza concorso di popolo, in luogo adatto”.

Il Venerdì Santo, durante la preghiera universale sarà cura dei vescovi “predisporre una speciale intenzione per chi si trova in situazione di smarrimento, i malati, i defunti”. Modificato anche l’atto di adorazione alla Croce, il bacio “sia limitato al solo celebrante”.

La Veglia Pasquale, poi, sia celebrata “esclusivamente nelle chiese cattedrali e parrocchiali” e per la liturgia battesimale “si mantenga solo il rinnovo delle promesse battesimali”. Il decreto, infine, invita seminari, collegi sacerdotali, monasteri e comunità religiose ad attenersi alle indicazioni e lascia al “giudizio del vescovo” il trasferimento ad “altri giorni convenienti, ad esempio il 14 e 15 settembre” le “espressioni della pietà popolare e le processioni che arricchiscono i giorni della Settimana Santa e del Triduo Pasquale”.

Anche la Congregazione per le Chiese Orientali ha fornito delle indicazioni analoghe al Dicastero del Culto Divino. Tra le raccomandazioni, la richiesta di mantenere “rigorosamente le feste nel giorno previsto dal calendario liturgico, con le relative celebrazioni che sarà possibile realizzare e trasmettere in streaming in modo che possano essere seguite dai fedeli nelle case”, ai quali va comunque ricordato “il valore della preghiera personale e familiare”

Per il Giovedì Santo, poiché nella celebrazione liturgica della mattina alcune Chiese sui iuris celebrano la consacrazione del Santo Myron, “tale celebrazione non essendo legata in Oriente a questo giorno, può essere spostata ad altra data”. Per il Venerdì Santo si invita a valorizzare “la preghiera attorno alla Croce e alla tomba di Cristo, da soli o in famiglia, utilizzando i ricchi testi delle tradizioni orientali propri del giorno”. Per la notte di Pasqua l’invito alle famiglie è “a radunarsi per leggere il Vangelo della Resurrezione, accendendo un lume e cantando alcuni tropari o canti tipici della rispettiva tradizione che spesso sono conosciuti a memoria dai fedeli”, dove “possibile attraverso il suono festoso delle campane”. (FP)

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