21/11/2013, 00.00
VATICANO
Invia ad un amico

Papa: non sappiamo più aspettare il "domani di Dio"

In visita al monastero di Sant'Antonio Abate delle Monache Benedettine camaldolesi, Francesco parla di Maria, "l'icona più espressiva della speranza cristiana". Si è pregato per le vittime dei disastri naturali delle Filippine e della Sardegna e per i cristiani perseguitati in tante parti del mondo.

Roma (AsiaNews) - "Non sappiamo aspettare il domani di Dio, vogliamo l'oggi", non come Maria, per la quale "il domani di Dio è l'oggi". La figura di Maria, "l'icona più espressiva della speranza cristiana" è centrale nella meditazione dettata da papa Francesco nella visita compiuta oggi pomeriggio al Monastero di Sant'Antonio Abate delle Monache Benedettine camaldolesi all'Aventino, in occasione della Giornata per la vita contemplativa e dell'Anno della fede, che termina domenica prossima.

Con le 21 monache della comunità, il Papa ha celebrato i Vespri secondo la regola camaldolese: si è pregato, tra l'altro, per le vittime dei disastri naturali delle Filippine e della Sardegna e per i cristiani perseguitati in tante parti del mondo.

Della tragedia delle Filippine il Papa aveva parlato poco prima di lasciare il Vaticano, incontrando nella basilica di san Pietro un gruppo di pellegrini filippini. ""In questi momenti di tanta sofferenza non stancatevi di dire: Perché? Come i bambini... E così attirerete gli occhi del nostro Padre sul vostro popolo; attirerete la tenerezza del papà del cielo su di voi. Come fa il bambino quando chiede: Perché? Perché?".

L'atmosfera è molto intensa, con i canti delle monache, nelle loro vesti bianche, intorno al Papa.

Che parla di Maria, la vita della quale è un affidamento totale fin dall'annuncio dell'angelo. "La vediamo quando colui che e stato annunciato come messia nasce nella povertà", "poi con la profezia della spada che le avrebbe trafitto il cuore" e soprattutto al Golgota. "Maria è la donna del dolore", "Tutto sembra finito, avrebbe potuto dire alle promesse dell'Annunciazione sono stata ingannata". Ma la sua fede non vacilla, "su questa sua fede vede poggiare il futuro, sa aspettare il domani di Dio". "Per lei il domani di Dio e l'oggi".

"L'unica lampada accesa sul sepolcro è la lampada della madre". "Mi domando - aggiunge - se nei monasteri è ancora accesa questa lampada, se nei monasteri si aspetta il domani di Dio".

"Dobbiamo molto - è la sua conclusione - a questa madre di speranza, ci sostiene nei momenti di buio, di difficoltà, di apparente sconfitta, di sconfitte umane".

 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Papa: la Chiesa e il mondo hanno ancora bisogno delle suore contemplative
22/07/2016 12:19
Papa: appello per le monache rapite in Siria e "per tutte le persone sequestrate a causa del conflitto"
04/12/2013
Poso, violenze anticristiane: estremisti incendiano una chiesa protestante
23/10/2012
Papa: La speranza. Noi cristiani siamo gente più di primavera che d’autunno
23/08/2017 10:46
Papa: preghiamo “per i nostri fratelli e sorelle Rohinya”
08/02/2017 11:10


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”