06/05/2020, 10.16
VATICANO
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Papa: l’uomo è un ‘mendicante di Dio’ e la preghiera è il suo grido al Signore

All’udienza generale di oggi Francesco ha iniziato un ciclo di catechesi dedicato alla preghiera commentando la vicenda di Bartimeo, il cieco che con le sue grida ottiene da Gesù la vista. Appello per i braccianti agricoli, tra cui molti immigrati, che lavorano nelle campagne italiane, spesso sfruttati.

Città del Vaticano (AsiaNews) – L’uomo è un “mendicante di Dio” e la preghiera “viene dal nostro stato di precarietà, dalla nostra continua sete di Dio”, spinta dalla fede che “è grido”, “è protesta contro una condizione penosa di cui non capiamo il motivo”, “è speranza di essere salvati”. La preghiera, tema del nuovo ciclo di catechesi di papa Francesco è cominciato oggi con un commento alla vicenda di Bartimeo, il cieco del Vangelo che con le sue grida riesce a farsi ascoltare e guarire da Gesù. Per Francesco il personaggio "più simpatico" del Vangelo.

In una udienza generale ancora dalla Biblioteca, Francesco ha anche lanciato un appello per i braccianti agricoli, tra cui molti immigrati, che lavorano nelle campagne italiane, spesso sfruttati.

La preghiera, dunque, nelle parole di Francesco, “è il respiro della fede, è la sua espressione più propria. Come un grido che esce dal cuore di chi crede e si affida a Dio. Pensiamo alla storia di Bartimeo, un personaggio del Vangelo (cfr Mc 10,46-52 e par.). Confesso: per me è il più simpatico di tutti. Era cieco, e stava seduto a mendicare sul bordo della strada alla periferia della sua città, Gerico. Non è un personaggio anonimo, ha un volto, un nome: Bartimeo, cioè ‘figlio di Timeo’”.

Quando sa che Gesù sta passando di lì, grida. “Quest’uomo entra nei Vangeli come una voce che grida a squarciagola”. “Le sue urla ripetute danno fastidio, non sembrano educate, e molti lo rimproverano, gli dicono di tacere. Ma Bartimeo non tace, anzi, grida ancora più forte: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!» (v. 47). Quella testardaggine tanto bella di chi chiede una grazia. Quella espressione: ‘Figlio di Davide’, è molto importante; vuol dire ‘il Messia’, è una professione di fede che esce dalla bocca di quell’uomo disprezzato da tutti. E Gesù ascolta il suo grido. La preghiera di Bartimeo tocca il suo cuore, il cuore di Dio”. “Gesù gli parla, gli chiede di esprimere il suo desiderio – questo è importante – e allora il grido diventa domanda: «Che io veda di nuovo!» (v. 51). Gesù gli dice: «Va’, la tua fede ti ha salvato» (v. 52). Riconosce a quell’uomo povero, inerme, disprezzato, tutta la potenza della sua fede, che attira la misericordia e la potenza di Dio. La fede è avere due mani alzate, una voce che grida per implorare il dono della salvezza. Il Catechismo afferma che «l’umiltà è il fondamento della preghiera» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2559)”.

“La preghiera nasce dalla terra, dall’humus – da cui deriva ‘umile’, ‘umiltà’ –; viene dal nostro stato di precarietà, dalla nostra continua sete di Dio (cfr ibid., 2560-2561). La fede  lo abbiamo visto da Bartimeo, è grido; la non-fede è soffocare quel grido, una specie di ‘omertà’. La fede è protesta contro una condizione penosa di cui non capiamo il motivo; la non-fede è limitarsi a subire una situazione a cui ci siamo adattati. La fede è speranza di essere salvati; la non-fede è abituarsi al male che ci opprime. E continuare così”.

“Cari fratelli e sorelle, cominciamo questa serie di catechesi con il grido di Bartimeo, perché forse in una figura come la sua c’è già scritto tutto. Bartimeo è un uomo perseverante. Intorno a lui c’era gente che spiegava che implorare era inutile, che era un vociare senza risposta, che era chiasso che disturbava e basta, che si calmasse: ma lui non è rimasto in silenzio. E alla fine ha ottenuto ciò che voleva. Più forte di qualsiasi argomentazione contraria, nel cuore dell’uomo c’è una voce che invoca. Tutti abbiamo questa voce. Una voce che esce spontanea, senza che nessuno la comandi, una voce che s’interroga sul senso del nostro cammino quaggiù, soprattutto quando ci troviamo nel buio: ‘Gesù, abbi pietà di me! Gesù abbi pietà di tutti noi!’. Bella preghiera, questa. Ma forse, queste parole, non sono scolpite nell’intero creato? Tutto invoca e supplica perché il mistero della misericordia trovi il suo compimento definitivo. Non pregano solo i cristiani: essi condividono il grido della preghiera con tutti gli uomini e le donne. Ma l’orizzonte può essere ancora allargato: Paolo afferma che l’intera creazione «geme e soffre le doglie del parto» (Rm 8,22). Gli artisti si fanno spesso interpreti di questo grido silenzioso, che preme in ogni creatura ed emerge soprattutto nel cuore dell’uomo, perché l’uomo è un ‘mendicante di Dio’ (cfr CCC, 2559). Bella definizione dell’uomo, mendicante di Dio”.

Al termine dell’udienza, Francesco ha detto che “in occasione del 1° maggio, ho ricevuto diversi messaggi riferiti al mondo del lavoro e ai suoi problemi. In particolare, mi ha colpito quello dei braccianti agricoli, tra cui molti immigrati, che lavorano nelle campagne italiane. Purtroppo tante volte vengono duramente sfruttati. È vero che c’è crisi per tutti, ma la dignità delle persone va sempre rispettata. Perciò accolgo l’appello di questi lavoratori e di tutti i lavoratori sfruttati e invito a fare della crisi l’occasione per rimettere al centro la dignità della persona e del lavoro”.

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