24/07/2015, 00.00
VATICANO - GRAN BRETAGNA
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Papa: l’eutanasia è il comportamento “dei mafiosi: c’è un problema, facciamo fuori questo …”

Messaggio di Francesco per la Giornata che la Chiesa cattolica inglese e gallese celebrata questa domenica sul tema “Coltivare la vita, accettare la morte”. “Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana”. E non è “una conquista scientifica ‘produrre’ un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come dono; o usare vite umane come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente altre”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Procurare l’eutanasia è “falsa compassione”, mentre occorre “prendersi cura della persona soprattutto quando è sofferente, fragile e indifesa”. ”. E “non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana”. E’ il comportamento “dei mafiosi: c’è un problema, facciamo fuori questo …”. Lo scrive papa Francesco in un messaggio inviato per la Giornata che la Chiesa cattolica inglese e gallese celebra questa domenica sul tema “Coltivare la vita, accettare la morte”.

Il Papa, che assicura il suo sostegno, parla di un appuntamento “significativo”, che tra l’altro si inserisce nella campagna promossa dai vescovi inglesi e gallesi in vista del voto alla Camera dei Comuni sul progetto di legge relativo al suicidio assistito, previsto l’11 settembre. La proposta mira a rendere possibile, per i malati terminali adulti, la scelta di porre fine alla propria vita con una specifica assistenza medica.

Papa Francesco più volte è intervenuto sul tema denunciando quella che ha definito “eutanasia nascosta” di tante persone anziane e deboli. “Ogni anziano anche se infermo o alla fine dei suoi giorni, porta in sé il volto di Cristo”. La vita umana è sempre “inviolabile”, “non c’è una vita qualitativamente più significativa di un’altra”. Non ci sono vite da scartare. “Il pensiero dominante propone a volte una falsa compassione” che ritiene “un atto di dignità procurare l’eutanasia”.  Invece, osserva il Papa, occorre “prendersi cura della persona soprattutto quando è sofferente, fragile e indifesa”.

Francesco ricorda l’opzione della Chiesa per gli ultimi: “per quelli che la società scarta e getta via”. Tra questi deboli “ci sono anche i bambini nascituri, che sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole, togliendo loro la vita e promuovendo legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo”. “Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana”. E’ il comportamento “dei mafiosi: c’è un problema, facciamo fuori questo …”. E non è “una conquista scientifica ‘produrre’ un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come dono; o usare vite umane come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente altre”.

 “La fedeltà al Vangelo della vita a volte richiede scelte coraggiose e controcorrente che, in particolari circostanze, possono giungere all’obiezione di coscienza”. Non si tratta di “un problema religioso”, come alcuni pensano, spiega il Pontefice: “è un problema scientifico, perché lì c’è una vita umana”. E non è una questione di modernità, perché “nel pensiero antico e nel pensiero moderno, la parola uccidere significa lo stesso!”.

“Il grado di progresso di una civiltà si misura proprio dalla capacità di custodire la vita, soprattutto nelle sue fasi più fragili” e di combattere contro gli attentati alla vita in tutti i suoi aspetti: “È attentato alla vita la piaga dell’aborto. È attentato alla vita lasciar morire i nostri fratelli sui barconi nel canale di Sicilia. È attentato alla vita la morte sul lavoro perché non si rispettano le minime condizioni di sicurezza. È attentato alla vita la morte per denutrizione. È attentato alla vita il terrorismo, la guerra, la violenza; ma anche l’eutanasia. Amare la vita è sempre prendersi cura dell’altro, volere il suo bene, coltivare e rispettare la sua dignità trascendente”.

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