18/06/2018, 11.33
VATICANO
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Papa: le calunnie, primo passo per distruggere persone o istaurare dittature

“Le dittature, tutte, hanno incominciato così, con adulterare la comunicazione, per mettere la comunicazione nelle mani di una persona senza scrupolo, di un governo senza scrupolo”.        “Comunicare scandali è un fatto che ha una seduzione enorme, una grande seduzione. Si seduce con gli scandali. Le buone notizie non sono seduttrici”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – La “comunicazione calunniosa” è il primo passo per distruggere persone o istituzioni, come dimostrano le “tante dittature con ‘guanti bianchi’” e il dramma degli ebrei calunniati e che “finivano ad Auschwitz”. “Tutte le dittature cominciano così”, ha detto papa Francesco nell’omelia della messa che ha celebrato stamattina a Casa santa Marta, prendendo spunto dalla vicenda - narrata nel Primo libro dei Re - di Nabot, erede di una vigna desiderata da re Acab.

Il re offre del denaro, ma Nabot rifiuta, perché quel terreno fa parte però dell’eredità dei suoi padri. Allora Acab che era “capriccioso, fa come i bambini quando non ottengono ciò che vogliono: piange”. Poi, su consiglio della moglie crudele, Gezabèle, lo fa accusare di falsità e uccidere e quindi si impossessa della vigna. Nabot, ha sottolineato il Papa, è dunque un “martire della fedeltà all’eredità” che aveva ricevuto dai suoi padri: un’eredità che andava oltre la vigna, “un’eredità del cuore”.

La vicenda di Nabot, ha evidenziato Francesco, è paradigmatica della storia di Gesù, di santo Stefano e di tutti i martiri che sono stati condannati usando calunnie. E anche del modo di procedere di tanta gente di “tanti capi di Stato o di governo”. Si comincia con una bugia e, “dopo aver distrutto sia una persona sia una situazione con quella calunnia”, si giudica e si condanna.  “Anche oggi, in tanti Paesi, si usa questo metodo: distruggere la libera comunicazione”. “Per esempio pensiamo: c’è una legge dei media, di comunicazione, si cancella quella legge; si dà tutto l’apparecchio della comunicazione a una ditta, a una società che calunnia, dice delle falsità, indebolisce la vita democratica. Poi vengono i giudici a giudicare queste istituzioni indebolite, queste persone distrutte, condannano, e così va avanti una dittatura. Le dittature, tutte, hanno incominciato così, con adulterare la comunicazione, per mettere la comunicazione nelle mani di una persona senza scrupolo, di un governo senza scrupolo”.

 “Anche nella vita quotidiana è così”. Se si vuole distruggere una persona, “incomincio con la comunicazione: sparlare, calunniare, dire scandali”. “E comunicare scandali è un fatto che ha una seduzione enorme, una grande seduzione. Si seduce con gli scandali. Le buone notizie non sono seduttrici: ‘Sì, ma che bello che ha fatto!’ E passa… Ma uno scandalo: ‘Ma hai visto! Hai visto questo! Hai visto quell’altro cosa ha fatto? Questa situazione… Ma non può, non si può andare avanti  così!’ E così la comunicazione cresce, e quella persona, quella istituzione, quel Paese finisce nella rovina. Non si giudicano alla fine le persone. Si giudicano le rovine delle persone o delle istituzioni, perché non possono difendersi”.

 “La seduzione dello scandalo nella comunicazione porta proprio all’angolo”, cioè “distrugge” come è accaduto a Nabot che voleva solo “essere fedele all’eredità dei suoi antenati”, non svenderla. Esemplare in questo senso è anche la storia di santo Stefano che fa un lungo discorso per difendersi ma quelli che lo accusavano, preferiscono lapidarlo piuttosto che ascoltare la verità. “Questo è il dramma dell’avidità umana”, ha detto il Papa. Tante persone vengono, infatti, distrutte da una comunicazione malvagia. “Tante persone, tanti Paesi distrutti per dittature malvagie e calunniose. Pensiamo per esempio alle dittature del secolo scorso. Pensiamo alla persecuzione degli ebrei, per esempio. Una comunicazione calunniosa, contro gli ebrei; e finivano ad Auschwitz perché non meritavano di vivere. Oh… è un orrore, ma un orrore che succede oggi: nelle piccole società, nelle persone e in tanti Paesi. Il primo passo è appropriarsi della comunicazione, e dopo la distruzione, il giudizio, e la morte”.

L’Apostolo Giacomo parla proprio della “capacità distruttiva della comunicazione malvagia”. In conclusione, il Papa ha invitato a rileggere la storia di Nabot nel capitolo 21 del Primo libro dei Re e a pensare “a tante persone distrutte, a tanti Paesi distrutti, a tante dittature con ‘guanti bianchi’”, che hanno distrutto i Paesi.

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