Papa: la ‘logica’ di Gesù è farsi carico dell’altro, di non guardare da un’altra parte
“Con l’impegno convergente di tutti i responsabili politici ed economici, si rilanci il lavoro: senza lavoro le famiglie e la società non possono andare avanti. Preghiamo per questo, perché è e sarà un problema del post-pandemia”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Condivisione e solidarietà. Nel giorno nel quale il Vangelo racconta la moltiplicazione dei pani, all’Angelus papa Francesco ha espresso l’auspicio che “con l’impegno convergente di tutti i responsabili politici ed economici, si rilanci il lavoro: senza lavoro le famiglie e la società non possono andare avanti. Preghiamo per questo, perché è e sarà un problema del post-pandemia”.
Prima della recita della preghiera mariana, parlando ad alcune migliaia di persone presenti in piazza san Pietro, Francesco ha sottolineato che dicendo agli apostoli di dare loro da mangiare alla folla “Gesù sa bene quello che sta per fare, ma vuole cambiare il loro atteggiamento: non dire ‘che si arrangino’, ma ‘che cosa ci offre la Provvidenza da condividere?’. Due atteggiamenti contrari e Gesù vuole portarli al secondo atteggiamento”.
“Gesù attraverso questa situazione, vuole educare i suoi amici di ieri e di oggi alla logica di Dio. E qual è la logica di Dio che vediamo qui? La logica del farsi carico dell’altro. La logica di non lavarsene le mani, la logica di non guardare da un’altra parte. No. La logica di farsi carico dell’altro. Quello ‘che si arrangino’, non entra nel vocabolario cristiano. Non appena uno dei Dodici dice, con realismo: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!», Gesù risponde: «Portatemeli qui» (vv. 17-18). Prende quel cibo tra le sue mani, alza gli occhi al cielo, recita la benedizione e comincia a spezzare e a dare le porzioni ai discepoli da distribuire. E quei pani e quei pesci non finiscono, bastano e avanzano per migliaia di persone”.
“A volte – ha detto ancora il Papa - si contrappone spirito e materia, ma in realtà lo spiritualismo, come il materialismo, è estraneo alla Bibbia. Non è un linguaggio della Bibbia. Gesù ci ha insegnato a chiedere ogni giorno il pane quotidiano: non c’è contrapposizione fra il pane necessario per vivere e il pane che è l’Eucaristia. Anzi, il contrasto nasce se ci accostiamo al Sacramento dimenticando i fratelli che sono privi del necessario. La compassione, la tenerezza che Gesù ha mostrato nei confronti delle folle non è sentimentalismo, ma la manifestazione concreta dell’amore che si fa carico delle necessità delle persone. Siamo chiamati ad accostarci alla mensa eucaristica con questi stessi atteggiamenti di Gesù: compassione dei bisogni altrui, fiducia nell’amore provvidente del Padre e coraggiosa condivisione”. “Compassione non è un sentimento puramente materiale è condividere: com-passione. Oggi mi farà bene pensare: quando leggo notizie di guerre, di fame, ho compassione?”. “Maria Santissima ci aiuti a percorrere il cammino che il Signore ci indica nel Vangelo di oggi. È il percorso della fraternità, che è essenziale per affrontare le povertà e le sofferenze di questo mondo, e che ci proietta oltre il mondo stesso, perché è un cammino che inizia da Dio e a Dio ritorna”.
Dopo la recita dell’Angelus, Francesco ha innanzi tutto espresso “vicinanza” al popolo del Nicaragua per l’attentato contro il crocifisso del “Sangue di Cristo” nella cattedrale di Managua.
Prima di salutare i presenti, ha ricordato che “da ieri e fino alla mezzanotte di oggi ricorre il ‘Perdono di Assisi’, il dono spirituale che San Francesco ottenne da Dio per intercessione della Vergine Maria. Si tratta di un’indulgenza plenaria che si può ricevere accostandosi ai Sacramenti della Confessione e dell’Eucaristia e visitando una chiesa parrocchiale o francescana, recitando il Credo, il Padre nostro e pregando per il Papa e le sue intenzioni. L’indulgenza può essere anche destinata a una persona defunta. Com’è importante rimettere al centro il perdono di Dio, che ‘genera paradiso’ in noi e intorno a noi!”.