25/03/2017, 16.35
ITALIA – VATICANO
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Papa: in un tempo segnato dalla speculazione, niente e nessuno è “estraneo” a Dio

Francesco celebra messa a Monza, presenti secondo gli organizzatori, un milione di persone. La visita al carcere di san Vittore e il pranzo con i detenuti: "Il Signore ama me quanto voi, lo stesso Gesù è in voi e in me, noi siamo fratelli peccatori”.

Milano (AsiaNews) – L’annunciazione di Gesù, che la Chiesa celebra oggi, avvenuta in una periferica cittadina di Israele ci dice che “niente e nessuno gli sarà indifferente, nessuna situazione sarà privata della sua presenza” e che questo sarà possibile anche oggi, in un tempo segnato dalla “speculazione” sul lavoro, sulla famiglia, sui poveri, sui migranti, sui giovani. Ci sono centinaia di migliaia di persone a Monza, nei pressi di Milano, dove Francesco celebra la messa di questa sua visita pastorale,

Il Papa è arrivato in ritardo a questo appuntamento, perché si è protratta la sosta nel carcere milanese di San Vittore dove ha incontrato tutti i 900 detenuti e pranzato con 100 di loro, che hanno anche cucinato. “Gesù – ha detto ai detenuti – ha detto ‘ero carcerato e sei venuto a visitarmi’. Voi per me siete Gesù, siete fratelli. Io non ho il coraggio di dire a nessuna persona che è in carcere ‘se lo merita’. Perché voi e non io. Il Signore ama me quanto voi, lo stesso Gesù è in voi e in me, noi siamo fratelli peccatori”. E poi un breve riposo nell'ufficio del cappellano don Recalcati.

All’immensa folla – un milione, secondo l’organizzazione – Francesco, commentando l’episodio dell’annunciazione, dice che “il nuovo incontro di Dio con il suo popolo avrà luogo in posti che normalmente non ci aspettiamo, ai margini, in periferia. Lì si daranno appuntamento, lì si incontreranno; lì Dio si farà carne per camminare insieme a noi fin dal seno di sua Madre. Ormai non sarà più in un luogo riservato a pochi mentre la maggioranza rimane fuori in attesa”.

Al pari di Maria, stupita di fronte alle parole dell’angelo, “anche noi possiamo essere presi dallo smarrimento. «Come avverrà questo» in tempi così pieni di speculazione? Si specula sulla vita, sul lavoro, sulla famiglia. Si specula sui poveri e sui migranti; si specula sui giovani e sul loro futuro. Tutto sembra ridursi a cifre, lasciando, per altro verso, che la vita quotidiana di tante famiglie si tinga di precarietà e di insicurezza. Mentre il dolore bussa a molte porte, mentre in tanti giovani cresce l’insoddisfazione per mancanza di reali opportunità, la speculazione abbonda ovunque. Certamente, il ritmo vertiginoso a cui siamo sottoposti sembrerebbe rubarci la speranza e la gioia. Le pressioni e l’impotenza di fronte a tante situazioni sembrerebbero inaridirci l’anima e renderci insensibili di fronte alle innumerevoli sfide. E paradossalmente quando tutto si accelera per costruire – in teoria – una società migliore, alla fine non si ha tempo per niente e per nessuno. Perdiamo il tempo per la famiglia, il tempo per la comunità, perdiamo il tempo per l’amicizia, per la solidarietà e per la memoria”.

“Di fronte allo smarrimento di Maria, davanti ai nostri smarrimenti, tre sono le chiavi che l’Angelo ci offre per aiutarci ad accettare la missione che ci viene affidata.  Evocare la Memoria. La prima cosa che l’Angelo fa è evocare la memoria, aprendo così il presente di Maria a tutta la storia della Salvezza. Evoca la promessa fatta a Davide come frutto dell’alleanza con Giacobbe. Maria è figlia dell’Alleanza. Anche noi oggi siamo invitati a fare memoria, a guardare il nostro passato per non dimenticare da dove veniamo. Per non dimenticarci dei nostri avi, dei nostri nonni e di tutto quello che hanno passato per giungere dove siamo oggi”. “Evocare la memoria è il migliore antidoto a nostra disposizione di fronte alle soluzioni magiche della divisione e dell’estraniamento”.

“L’appartenenza al Popolo di Dio. La memoria consente a Maria di appropriarsi della sua appartenenza al Popolo di Dio. Ci fa bene ricordare che siamo membri del Popolo di Dio!”.  “E’ un popolo chiamato a ospitare le differenze, a integrarle con rispetto e creatività e a celebrare la novità che proviene dagli altri; è un popolo che non ha paura di abbracciare i confini, le frontiere; è un popolo che non ha paura di dare accoglienza a chi ne ha bisogno perché sa che lì è presente il suo Signore”.

La possibilità dell’impossibile. «Nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37): così termina la risposta dell’Angelo a Maria. Quando crediamo che tutto dipenda esclusivamente da noi rimaniamo prigionieri delle nostre capacità, delle nostre forze, dei nostri miopi orizzonti. Quando invece ci disponiamo a lasciarci aiutare, a lasciarci consigliare, quando ci apriamo alla grazia, sembra che l’impossibile incominci a diventare realtà. Lo sanno bene queste terre che, nel corso della loro storia, hanno generato tanti carismi, tanti missionari, tanta ricchezza per la vita della Chiesa! Tanti volti che, superando il pessimismo sterile e divisore, si sono aperti all’iniziativa di Dio e sono diventati segno di quanto feconda possa essere una terra che non si lascia chiudere nelle proprie idee, nei propri limiti e nelle proprie capacità e si apre agli altri. Come ieri, Dio continua a cercare alleati, continua a cercare uomini e donne capaci di credere, capaci di fare memoria, di sentirsi parte del suo popolo per cooperare con la creatività dello Spirito. Dio continua a percorrere i nostri quartieri e le nostre strade, si spinge in ogni luogo in cerca di cuori capaci di ascoltare il suo invito e di farlo diventare carne qui ed ora. Parafrasando sant’Ambrogio nel suo commento a questo brano possiamo dire: Dio continua a cercare cuori come quello di Maria, disposti a credere persino in condizioni del tutto straordinarie (cfr Esposizione del Vangelo sec. Luca II, 17: PL 15, 1559). Il Signore accresca in noi questa fede e questa speranza”.

Da Monza, Francesco torna a Milano, per l’ultimo incontro pubblico di questa sua visita. Allo Stadio Meazza-San Siro per l’incontro con i ragazzi cresimati.

 

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