20/03/2019, 10.26
VATICANO
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Papa: il cristiano non crede nel fato, ma nella salvezza che viene dalla volontà di Dio

Quando nel Padre Nostro si dice “sia fatta la tua volontà” si chiede che la “ricerca” di Dio di salvarci vada a buon fine. “Dio non è ambiguo, non si nasconde dietro ad enigmi, non ha pianificato l’avvenire del mondo in maniera indecifrabile”. Una preghiera per le vittime delle inondazioni in Mozambico, Zimbabwe e Malawi.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Il cristiano non crede in un ‘fato’ ineluttabile”, ma che c’è la salvezza e che “Dio può e vuole trasformare la realtà vincendo il male con il bene”. E quando nel Padre Nostro si dice “sia fatta la tua volontà” si chiede che la “ricerca” di Dio di salvarci vada a buon fine. L’ha spiegato papa Francesco che continuando il ciclo di catechesi per l’udienza generale sul ‘Padre Nostro’ ha incentrato proprio su “Sia fatta la tua volontà” la sua meditazione.

Alle 20mila persone presenti in piazza san Pietro, il Papa ha detto che l’invocazione «Sia fatta la tua volontà» va letta in unità con le prime due – «sia santificato il tuo nome» e «venga il tuo Regno» – così che l’insieme formi un trittico. “Prima della cura del mondo da parte dell’uomo, vi è la cura instancabile che Dio usa nei confronti dell’uomo e del mondo. Tutto il Vangelo riflette questa inversione di prospettiva. Il peccatore Zaccheo sale su un albero perché vuole vedere Gesù, ma non sa che, molto prima, Dio si era messo in cerca di lui. Gesù, quando arriva, gli dice: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». E alla fine dichiara: «Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» (Lc 19,5.10). Ecco la volontà di Dio, incarnata in Gesù: cercare e salvare quello che è perduto. E noi, nella preghiera, chiediamo che la ricerca di Dio vada a buon fine, che il suo disegno universale di salvezza si compia”.

Dio cerca ognuno di noi, “Dio non è ambiguo, non si nasconde dietro ad enigmi, non ha pianificato l’avvenire del mondo in maniera indecifrabile. Se non comprendiamo questo, rischiamo di non capire il senso della terza espressione del ‘Padre nostro’. Infatti, la Bibbia è piena di espressioni che ci raccontano la volontà positiva di Dio nei confronti del mondo”.

“Quindi, pregando ‘sia fatta la tua volontà’, non siamo invitati a piegare servilmente la testa. Dio ci vuole liberi. Il ‘Padre nostro’, infatti, è la preghiera dei figli, non di schiavi, figli che conoscono il cuore del loro padre e sono certi del suo disegno di amore. Guai a noi se, pronunciando queste parole, alzassimo le spalle in segno di resa davanti a un destino che ci ripugna e che non riusciamo a cambiare. Al contrario, è una preghiera piena di ardente fiducia in Dio che vuole per noi il bene, la vita, la salvezza. Una preghiera coraggiosa, anche combattiva, perché nel mondo ci sono tante, troppe realtà che non sono secondo il piano di Dio. Tutti le conosciamo. Parafrasando il profeta Isaia, potremmo dire: ‘Qui, Padre, c’è la guerra, la prevaricazione, lo sfruttamento; ma sappiamo che Tu vuoi il nostro bene, perciò ti supplichiamo: sia fatta la tua volontà! Signore, sovverti i piani del mondo, trasforma le spade in aratri e le lance in falci; che nessuno si eserciti più nell’arte della guerra!’ (cfr 2,4). Dio vuole la pace”.

“Il ‘Padre nostro’ è una preghiera che accende in noi lo stesso amore di Gesù per la volontà del Padre, una fiamma che spinge a trasformare il mondo con l’amore. Il cristiano non crede in un ‘fato’ ineluttabile. Non c’è nulla di aleatorio nella fede dei cristiani: c’è invece una salvezza che attende di manifestarsi nella vita di ogni uomo e donna e di compiersi nell’eternità. Se preghiamo è perché crediamo che Dio può e vuole trasformare la realtà vincendo il male con il bene. A questo Dio ha senso obbedire e abbandonarsi anche nell’ora della prova più dura”.

“Così è stato per Gesù nel giardino del Getsemani, quando ha sperimentato l’angoscia e ha pregato: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà» (Lc 22,42). Gesù è schiacciato dal male del mondo, ma si abbandona fiducioso all’oceano d’amore della volontà del Padre. Anche i martiri, nella loro prova, non ricercavano la morte, cercavano il dopo-morte, ma la risurrezione. Dio, per amore, può portarci a camminare su sentieri difficili, a sperimentare ferite e spine dolorose, ma non ci abbandonerà mai. Sarà accanto a me. Per un credente questa, più che una speranza, è una certezza. La stessa che ritroviamo in quella parabola del Vangelo di Luca dedicata alla necessità di pregare sempre. Dice Gesù: «Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente» (18,7-8). Così è il Signore, così ci ama, così ci vuole bene”.

Al termine dell’incontro il Papa ha anche avuto un pensiero per quanti sono stati colpiti dalle grandi inondazioni che “hanno seminato lutti e devastazioni in diverse regioni del Mozambico, dello Zimbabwe e del Malawi. A quelle care popolazioni esprimo il mio dolore e la mia vicinanza. Affido le molte vittime e le loro famiglie alla misericordia di Dio e imploro conforto e sostegno per quanti sono colpiti da questa calamità”.

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