15/10/2018, 12.33
VATICANO
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Papa: come mons. Romero, ogni cattolico deve essere martire, ossia testimone

Ricevendo un gruppo di fedeli venuti da El Salvador, Francesco ha detto che il ricordo del vescovo ucciso è “un'occasione eccezionale per inviare un messaggio di pace e riconciliazione a tutti i popoli dell'America Latina”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Il messaggio di mons. Oscar Romero, canonizzato ieri, è rivolto a tutti “senza eccezioni” ed è che, come lui ripeteva con forza che “ogni cattolico deve essere martire, perché martire vuol dire testimone” del messaggio di Dio agli uomini. Lo ha sottolineato papa Francesco che questa mattina ha ricevuto in udienza circa 5mila pellegrini provenienti da El Salvador.

Il ricordo di mons. Romero, l’arcivescovo di San Salvador, difensore dei poveri, ucciso in odium fidei, il 24 marzo del 1980, mentre celebrava la messa, è anche “un'occasione eccezionale per inviare un messaggio di pace e riconciliazione a tutti i popoli dell'America Latina”. Dio “ci chiama ad annunciare il suo messaggio di libertà a tutta l’umanità. Solo in Lui, infatti, possiamo essere liberi dal peccato, dall’odio nei nostri cuori – e mons. Romero fu “vittima dell’odio” -  liberi totalmente da amare. Si tratta di una vera libertà “già sulla terra”, che “passa per la preoccupazione per l’uomo concreto”, per risvegliare in ogni cuore “la speranza della salvezza”.

Sant’Oscar Romero, ha detto ancora Francesco, ha incarnato l’immagine del Buon Pastore che offre la vita per le sue pecore. E’, dunque, “un esempio e uno stimolo” per i vescovi di El Salvador: “esempio di predilezione per i più bisognosi della misericordia di Dio”, e stimolo per testimoniare l’amore di Cristo e la sollecitudine per la Chiesa, sapendo coordinare l’azione di ciascuno dei suoi membri e collaborando con le altre Chiesa particolari con zelante affetto collegiale.

Il Papa ha esortato, poi, sacerdoti e religiosi a essere “servitori del popolo sacerdotale” e a lavorare instancabilmente “per incanalare l'infinito desiderio di Dio di perdonare coloro che si pentono della loro miseria e per aprire il cuore dei vostri fratelli e sorelle alla tenerezza dell'amore di Dio, anche attraverso la denuncia profetica dei mali del mondo”. Sant’Oscar Romero vedeva, infatti, il sacerdote posto in mezzo a due grandi abissi: quello dell'infinita misericordia di Dio e quello dell'infinita miseria degli uomini. E, ha concluso, il popolo gli voleva bene a mons. Romero perché il “popolo di Dio” sa “annusare” bene dove c’è santità.

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