14/04/2017, 23.22
VATICANO
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Papa: Via Crucis, vergogna per le nostre infedeltà, speranza che alla fine il bene vincerà

Vergogna "per tutte le volte che noi vescovi, sacerdoti, consacrati abbiamo scandalizzato e ferito il Tuo corpo e abbiamo dimenticato il nostro amore lasciando arrugginire la nostra consacrazione". La speranza che la tua Chiesa cercherà di essere la voce che grida nel deserto dell’umanità per preparare la strada del tuo ritorno trionfale, quando verrai a giudicare i vivi e i morti.
 

Roma (AsiaNews) - Vergogna e speranza nella riflessione di papa Francesco al termine della Via Crucis. "O Cristo – ha detto - torniamo a te con gli occhi abbassati di vergogna e il cuore pieno di speranza. Di vergogna per le immagini di devastazione, distruzione e naufragio diventate ordinarie. Per il sangue innocente versato quotidianamente di donne, bambini, immigrati e perseguitati per il colore della loro pelle". E ancora "vergogna per le troppe volte che come Giuda e Pietro ti abbiamo venduto e tradito e lasciato solo a morire per i nostri peccati, scappando da codardi". Vergogna "per tutte le volte che noi vescovi, sacerdoti, consacrati abbiamo scandalizzato e ferito il Tuo corpo e abbiamo dimenticato il nostro amore lasciando arrugginire la nostra consacrazione".

“Tanta vergogna, Signore, ma il nostro cuore è nostalgioso anche della speranza fiduciosa che tu non ci tratti secondo i nostri meriti ma unicamente secondo l’abbondanza della tua misericordia, che i nostri tradimenti non fanno venir meno l’immensità del tuo amore, che il tuo cuore, materno e paterno, non ci dimentica per la durezza delle nostre viscere.
Speranza. La speranza sicura che i nostri nomi sono incisi nel tuo cuore e che siamo collocati nella pupilla dei tuoi occhi.
La speranza che la tua Croce trasforma i nostri cuori induriti in cuore di carne capaci di sognare, di perdonare e di amare; trasforma questa notte tenebrosa della tua croce in alba folgorante della tua Risurrezione.
La speranza che la tua fedeltà non si basa sulla nostra.
La speranza che la schiera di uomini e donne fedeli alla tua Croce continua e continuerà a vivere fedele come il lievito che da sapore e come la luce che apre nuove orizzonti nel corpo della nostra umanità ferita.
La speranza che la tua Chiesa cercherà di essere la voce che grida nel deserto dell’umanità per preparare la strada del tuo ritorno trionfale, quando verrai a giudicare i vivi e i morti.
La speranza che il bene vincerà nonostante la sua apparente sconfitta!
O Signore Gesù, Figlio di Dio, vittima innocente del nostro riscatto, dinanzi al tuo vessillo regale, al tuo mistero di morte e di gloria, dinanzi al tuo patibolo, ci inginocchiamo, invergognati e speranzosi, e ti chiediamo di lavarci nel lavacro del sangue e dell’acqua che uscirono dal tuo Cuore squarciato; di perdonare i nostri peccati e le nostre colpe. 
Ti chiediamo di ricordarti dei nostri fratelli stroncati dalla violenza, dall’indifferenza e dalla guerra.
Ti chiediamo di spezzare le catene che ci tengono prigionieri nel nostro egoismo, nella nostra cecità volontaria e nella vanità dei nostri calcoli mondani.
O Cristo, ti chiediamo di insegnarci a non vergognarci mai della tua Croce, a non strumentalizzarla ma di onorarla e di adorarla, perché con essa Tu ci hai manifestato la mostruosità dei nostri peccati, la grandezza del tuo amore, l’ingiustizia dei nostri giudizi e la potenza della tua misericordia. Amen".

Le parole di Francesco sono state accolte dal lungo applauso delle decine di migliaia di persone raccolte intorno al Colosseo, malgrado i controlli voluti dalle autorità italiane.

Una Via Crucis che non ha seguito lo schema delle 14 stazioni tradizionali. L’autrice delle riflessioni, la biblista francese Anne-Marie Pelletier, le ha infatti sviluppate inserendo, ha spiegato lei stessa alla Radio Vaticana, “il rinnegamento di Pietro e la scena in cui Pilato, consultato dalle autorità ebraiche, dichiara anche lui che Cristo doveva essere crocifisso. Per me era molto importante voler ricordare, in questa circostanza, ebrei e pagani uniti nella complicità della condanna a morte di Gesù”.

La Pelletier ha tentato di spiegare l’estremo dell’amore di Dio che muore sulla Croce per sconfiggere il male e descrivendo i gesti di alcuni personaggi che figurano nella Passione. Nei temi affrontati risuonano le voci di Caterina da Siena e dell’ebrea Etty Hillesum, del teologo ortodosso Christos Yannaras e di Dietrich Bonhoeffer.

A portare la Croce sono stati il cardinale vicario Agostino Vallini, una famiglia romana, rappresentanti dell’Unitalsi e religiosi e laici di diversi Paesi, tra cui Egitto, Portogallo e Colombia dove il Papa si recherà in visita apostolica quest’anno.

 

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