15/03/2020, 11.29
VATICANO
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Papa: Preghiamo per chi sta lavorando per garantire la vita della città

Alla messa in santa Marta, diffusa anche oggi in streaming a causa dell’emergenza coronavirus, papa Francesco prega “per gli ammalati, per le persone che soffrono”, ma in particolare per “i lavoratori delle farmacie, dei supermercati, del trasporto, i poliziotti”. Anche i riti della Settimana santa saranno in streaming, senza i pellegrini. Nell’omelia, l’“incontro di Gesù con una donna, con una peccatrice”, che “finisce con quella confessione della realtà messianica di Gesù, e con la conversione di quella gente [di Samaria]”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Una preghiera speciale “per tutti coloro che stanno lavorando perché in questo momento la vita sociale, la vita della città, possa andare avanti” è quanto ha chiesto papa Francesco all’inizio della messa da lui celebrata nella Casa santa Marta questa mattina. Da quando è cominciata l’emergenza coronavirus, il pontefice celebra la messa senza ospiti e fedeli. La celebrazione viene trasmessa in streaming. La Sala stampa della Santa Sede ha comunicato che anche la prossima settimana la messa verrà celebrata allo stesso modo. Inoltre, la Prefettura della casa pontificia ha comunicato che “a motivo dell’attuale emergenza sanitaria internazionale, tutte le celebrazioni liturgiche della Settimana Santa si svolgeranno senza la presenza” dei pellegrini.

Almeno fino al 12 aprile le udienze generali del Papa e le recite dell’Angelus “saranno fruibili in diretta streaming sul sito ufficiale di Vatican News” e attraverso i canali di diffusione in mondovisione.

Introducendo la messa di oggi, Francesco ha chiesto di pregare “per gli ammalati, per le persone che soffrono”, e poi ha aggiunto: “Vorrei fare con tutti voi una preghiera speciale per le persone che con il loro lavoro garantiscono il funzionamento della società: i lavoratori delle farmacie, dei supermercati, del trasporto, i poliziotti. Preghiamo per tutti coloro che stanno lavorando perché in questo momento la vita sociale, la vita della città, possa andare avanti”.

Nel suo commento al vangelo (3° di Quaresima, A, Giov.4, 5-42), che racconta il dialogo fra Gesù e la samaritana, il papa ha sottolineato che tale dialogo è “un dialogo storico - non è una parabola”, un vero “incontro di Gesù con una donna, con una peccatrice”.

“È la prima volta nel Vangelo che Gesù dichiara la sua identità. E la dichiara a una peccatrice che ha avuto il coraggio di dirgli la verità”.

“Questa donna – ha continuato - ha avuto il coraggio di dialogare con Gesù – perché questi due popoli [giudei e samaritani] non dialogavano fra loro (cfr v. 9) –; ha avuto il coraggio di interessarsi della proposta di Gesù, di quell’acqua, perché sapeva che aveva sete. Ha avuto il coraggio di confessare le sue debolezze, i suoi peccati; anzi, il coraggio di usare la propria storia come garanzia che quello era un profeta. «Mi ha detto tutto quello che ho fatto» (v. 29)”.

“Il Signore sempre vuole il dialogo con trasparenza, senza nascondere le cose, senza doppie intenzioni: ‘Sono così’. E così parlo con il Signore, come sono, con la mia verità. E così, dalla mia verità, per la forza dello Spirito Santo, trovo la verità: che il Signore è il Salvatore, Colui che è venuto per salvarmi e per salvarci”.

“Questo dialogo così trasparente tra Gesù e la donna finisce con quella confessione della realtà messianica di Gesù, e con la conversione di quella gente [di Samaria], con quel ‘campo’ che il Signore vide ‘biondeggiare’, che veniva da lui perché era il tempo del raccolto (cfr v. 35)”.

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