29/06/2013, 00.00
VATICANO
Invia ad un amico

Papa: Nella festa dei santi Pietro e Paolo, il vescovo di Roma è chiamato a "confermare" nella fede, nell'amore, nell'unità

Alla celebrazione nella basilica di san Pietro, Francesco consegna il pallio - segno di comunione con il vescovo di Roma - a 34 arcivescovi metropoliti, fra i quali vi sono sei vescovi asiatici. L'arcivescovo di Hue (Vietnam), impossibilitato a venire, riceverà il pallio nella sua sede. Presente una delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, guidata dal metropolita Ioannis Zizioulas. Alla celebrazione, anche il coro della Thomaskirche di Lipsia (la chiesa di J.S. Bach). Lasciarsi consumare per il vangelo; "farsi tutto a tutti, non risparmiarsi". "Unità nella differenza" è la strada dell'unità cattolica. Unire insieme "sinodo dei vescovi" e "primato".

Città del Vaticano (AsiaNews) - "Confermare nella fede,...nell'amore,... nell'unità": sono i tre compiti del ministero petrino che papa Francesco ha voluto evidenziare durante la celebrazione dell'Eucarestia questa mattina nella basilica di san Pietro, nella solennità degli apostoli Pietro e Paolo. La festa, ha detto il pontefice, è "resa ancora più gioiosa per la presenza di Vescovi da tutto mondo". E infatti, all'inizio della messa, il papa ha conferito il pallio a 34 arcivescovi metropoliti da diverse regioni del mondo. Il pallio è un collare di lana bianca su cui sono ricamate cinque croci (segno delle piaghe di Gesù) che il pontefice conferisce ai vescovi come segno di comunione con la sede di Pietro. Dall'Asia sono presenti: mons. Prakash Mallavarapu di Visakhapatnam (India); mons. Rolando Joven Tria Tirona di Caceres (Filippine); mons. George Antonysamy di Madras e Mylapore (India); mons. Anil Joseph Thomas Couto di Delhi (India); mons. John Wong Soo Kau di Kota Kinabalu (Malaysia). Al ricevimento del pallio doveva esserci anche mons. Francois Xavier Le Van Hong, arcivescovo di Hue (Vietnam), ma è stato impossibilitato a venire. La Sala stampa vaticana precisa che a lui "il sacro Pallio verrà consegnato nella sua sede metropolitana".

Il papa ha salutato ad uno ad uno i vescovi e nella sua omelia ha ricordato che una presenza così internazionale "ci fa rivivere, in un certo modo, l'evento di Pentecoste: oggi, come allora, la fede della Chiesa parla in tutte le lingue e vuole unire i popoli in un'unica famiglia".

Un altro elemento della celebrazione di oggi è la dimensione ecumenica. Come da decenni, alla festa degli apostoli Pietro e Paolo partecipa una delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, guidata quest'anno dal metropolita di Pergamo Ioannis Zizioulas, copresidente della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa. Ioannis, che ha già incontrato ieri il pontefice, è accompagnato dal vescovo di Sinope Athenagoras Peckstadt, assistente del metropolita di Belgio, e dall'archimandrita p. Prodromos Xenakis, vice segretario del Santo sinodo eparchiale della Chiesa di Creta.

A rafforzare il carattere ecumenico vi è stata anche la presenza del coro della Thomaskirche [Chiesa di San Tommaso] di Lipsia - la chiesa di J.S. Bach - che ha eseguito alcuni corali durante la celebrazione.

Ministero petrino, universalità e unità sono stati anche i temi dell'omelia di papa Francesco, tutti legati alla parola "confermare".

Il vescovo di Roma, egli ha detto, è chiamato anzitutto a "confermare nella fede": "Il ruolo, il servizio ecclesiale di Pietro ha il suo fondamento nella confessione di fede in Gesù, il Figlio del Dio vivente, resa possibile da una grazia donata dall'alto". Il pontefice non nasconde davanti alle delegazioni ecumeniche i tradimenti che possono avvenire (o sono avvenuti) nella storia. "Quando - egli ha detto -  lasciamo prevalere i nostri pensieri, i nostri sentimenti, la logica del potere umano e non ci lasciamo istruire e guidare dalla fede, da Dio, diventiamo pietra d'inciampo. La fede in Cristo è la luce della nostra vita di cristiani e di ministri nella Chiesa!".

La seconda "conferma" è quella "nell'amore". Il papa cita la seconda lettura della messa (2 Timoteo 4,6 e segg), in cui san Paolo parla della "buona battaglia", che è "la battaglia del martirio". "San Paolo - continua - ha un'unica arma: il messaggio di Cristo e il dono di tutta la sua vita per Cristo e per gli altri. Ed è proprio l'esporsi in prima persona, il lasciarsi consumare per il Vangelo, il farsi tutto a tutti, senza risparmiarsi, che lo ha reso credibile e ha edificato la Chiesa. Il Vescovo di Roma è chiamato a vivere e confermare in questo amore verso Cristo e verso tutti senza distinzioni, limiti e barriere". E a braccio ha aggiunto: "E non solo il vescovo di Roma, ma anche tutti voi avete questo compito: farsi tutto a tutti, non risparmiarsi e confermare tutto il popolo di Dio".

La terza "conferma è quella "nell'unità". "Il Pallio - ha ricordato ai metropoliti presenti - è simbolo di comunione con il Successore di Pietro, «principio e fondamento perpetuo e visibile dell'unità della fede e della comunione» (Conc. Ecum Vat. II, Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, 18)".

E anche qui, a braccio ha aggiunto: "Il sinodo dei vescovi e il primato. Dobbiamo andare in armonia per comporre questa unità". Ma tale unità non è "uniformità". "Nella Chiesa - ha aggiunto -  la varietà, che è una grande ricchezza, si fonde sempre nell'armonia dell'unità, come un grande mosaico in cui tutte le tessere concorrono a formare l'unico grande disegno di Dio. E questo deve spingere a superare sempre ogni conflitto che ferisce il corpo della Chiesa. Uniti nelle differenze: questa è la strada di Gesù! Il Pallio, se è segno della comunione con il Vescovo di Roma, con la Chiesa universale, è anche un impegno per ciascuno di voi ad essere strumenti di comunione". Il papa ha ripetuto diverse volte: "Unirsi nelle differenze! Non c'è altra strada per unirsi. Questa è la strada cattolica dell'unità!".

"Queste - ha concluso -.... le consegne che i Santi Apostoli Pietro e Paolo affidano a ciascuno di noi, perché siano vissute da ogni cristiano. Ci guidi e ci accompagni sempre con la sua intercessione la santa Madre di Dio: Regina degli Apostoli, prega per noi! Amen".

Alla fine della celebrazione, papa Francesco e il metropolita Ioannis si sono recati insieme alla tomba di san Pietro, sotto l'altare della Confessione e hanno sostato in silenzio, in preghiera per l'unità della Chiesa.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Papa: Come Pietro e Paolo, lasciamoci conquistare da Cristo
29/06/2013
Metropolita Zizoulas: Difendiamo il dialogo ecumenico contro chi lo contesta
19/10/2009
Papa: I santi Pietro e Paolo brillano non solo nel cielo di Roma
29/06/2012
Papa: Aderire alla confessione di Pietro, per conoscere Cristo non “dall’esterno”
29/06/2007
Papa: il primato di Pietro, servizio alla Chiesa "squassata dal vento delle ideologie"
29/06/2006


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”