30/08/2020, 12.42
VATICANO
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Papa: Lo scandalo della croce, la cura del creato

All’Angelus, papa Francesco sottolinea che la croce è "partecipazione con Cristo alla salvezza del mondo”. “La croce è segno santo dell’Amore di Dio e del Sacrificio di Gesù, e non va ridotta a oggetto scaramantico oppure a monile ornamentale”. Il primo settembre si celebra la Giornata della cura del creato e per tutto il mese vi sono eventi che esaltano la responsabilità ecologica. Preoccupazione per le tensioni nel Mediterraneo orientale.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Un appello ai cristiani a superare lo “scandalo” della croce, a non farne un oggetto di scaramanzia”, ma una “partecipazione con Cristo alla salvezza del mondo”, e un appello a celebrare il primo settembre la Giornata per la cura del creato, in un mese dedicato alla responsabilità ecologica: sono i due temi salienti dell’appuntamento di papa Francesco all’Angelus con i pellegrini radunati in piazza san Pietro.

Il papa, riferendosi al vangelo di oggi (Matteo 16,21-27), in cui Gesù annuncia la sua passione, ricorda la “fede ancora immatura e troppo legata alla mentalità di questo mondo” dei discepoli e la reazione di Pietro: “Per Pietro e gli altri discepoli – ma anche per noi! – la croce è una cosa incomoda, uno “scandalo”, mentre Gesù considera “scandalo” il fuggire dalla croce, che vorrebbe dire sottrarsi alla volontà del Padre, alla missione che Lui gli ha affidato per la nostra salvezza”.

“Dieci minuti prima [Gesù] ha lodato Pietro, gli ha promesso di essere la base, il fondamento della sua Chiesa. Dopo 10 minuti gli dice: Satana. Come mai si capisce questo? Succede a tutti noi! Nei momenti di devozione, di fervore, di buona volontà di vicinanza al prossimo, guardiamo Gesù e andiamo avanti; ma nei momenti in cui viene incontro la croce, fuggiamo. Il diavolo, Satana – come dice Gesù a Pietro – ci tenta. È proprio del cattivo spirito, è proprio del diavolo allontanarci dalla croce, dalla croce di Gesù”.

L’invito che Gesù fa “a tutti” di “prendere la croce”, non significa solo “sopportare con pazienza le tribolazioni quotidiane, ma… portare con fede e responsabilità quella parte di fatica e di sofferenza che la lotta contro il male comporta”. E ha aggiunto: “La vita dei cristiani è sempre una lotta. La Bibbia dice che la vita dei cristiani è una milizia. Lottare contro il cattivo spirito, lottare contro il Male”.

 “Facciamo in modo che la croce appesa alla parete di casa, o quella piccola che portiamo al collo, sia segno del nostro desiderio di unirci a Cristo nel servire con amore i fratelli, specialmente i più piccoli e fragili. La croce è segno santo dell’Amore di Dio e del Sacrificio di Gesù, e non va ridotta a oggetto scaramantico oppure a monile ornamentale. Ogni volta che fissiamo lo sguardo sull’immagine di Cristo crocifisso, pensiamo che Lui, come vero Servo del Signore, ha realizzato la sua missione dando la vita, versando il suo sangue per la remissione dei peccati. Di conseguenza, se vogliamo essere suoi discepoli, siamo chiamati a imitarlo, spendendo senza riserve la nostra vita per amore di Dio e del prossimo”.

“La Vergine Maria – ha concluso - unita al suo Figlio fino al calvario, ci aiuti a non indietreggiare di fronte alle prove e alle sofferenze che la testimonianza del Vangelo comporta”.

Dopo la preghiera mariana, Francesco ha ricordato che il primo settembre ricorre la Giornata mondiale di preghiera per la Cura del Creato. “Da questa data, fino al 4 ottobre – ha spiegato - celebreremo con i nostri fratelli cristiani di varie Chiese e tradizioni il “Giubileo della Terra”, per ricordare l’istituzione, 50 anni fa, della Giornata della Terra. Saluto le diverse iniziative promosse in ogni parte del mondo e, tra queste, il Concerto che si svolge oggi nella cattedrale di Port-Louis, capitale di Mauritius, dove purtroppo si è verificato recentemente un disastro ambientale”.

Il pontefice ha anche espresso preoccupazione per la situazione di tensione nel Mediterraneo orientale, dove rischiano di affrontarsi navi turche e statunitensi contro quelle greche, francesi e italiane, che rivendicano per loro il diritto all’esplorazione dei giacimenti di gas sottomarini.

“Per favore – ha scandito il papa - faccio appello al dialogo costruttivo e al rispetto della legalità internazionale per risolvere i conflitti che minacciano la pace dei popoli di quella regione”.

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