09/06/2013, 00.00
VATICANO
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Papa: Il Sacro Cuore di Gesù, la misericordia di Dio dà vita all'uomo, lo risuscita dalla morte

All'Angelus papa Francesco ricorda la devozione popolare, ma con basi bibliche, al Sacro Cuore, tipica del mese di giugno. Il sacro Cuore "non è un simbolo immaginario, è un simbolo reale, che rappresenta il centro, la fonte da cui è sgorgata la salvezza per l'umanità intera". Il saluto ai pellegrini da Mumbai (India). Ieri il pontefice ha telefonato in diretta ai 100mila pellegrini della Macerata-Loreto. "Tutta la vita è un pellegrinaggio. L'importante è l'incontro con Gesù in questa strada della vita, l'incontro con Lui".

Città del Vaticano (AsiaNews) "La misericordia di Dio", simboleggiata dal Cuore di Gesù, " dà vita all'uomo, lo risuscita dalla morte". È questo il tema fondamentale su cui papa Francesco si è intrattenuto oggi prima dell'Angelus con i fedeli in piazza san Pietro, fra i quali erano presenti anche un gruppo di pellegrini provenienti da Mumbai (India), che il pontefice ha salutato dopo la preghiera mariana. Come accade ormai sempre, la piazza era traboccante di persone da tutto il mondo.

Francesco, molto attento alla pietà popolare, ha ricordato anzitutto che due giorni prima la Chiesa ha celebrato la solennità del Sacro Cuore di Gesù, che "dà l'intonazione a tutto il mese" di giugno. "La pietà popolare - ha aggiunto - valorizza molto i simboli, e il Cuore di Gesù è il simbolo per eccellenza della misericordia di Dio; ma non è un simbolo immaginario, è un simbolo reale, che rappresenta il centro, la fonte da cui è sgorgata la salvezza per l'umanità intera".

"Ma la misericordia di Gesù non è solo sentimento, anzi, è una forza che dà vita, che risuscita l'uomo!". Il pontefice ha allora ricordato il vangelo della messa di oggi, che narra la resurrezione del figli della vedova di Nain (Luca 7, 11-17).

"Lo sguardo di Gesù - ha spiegato il papa - si fissa subito sulla madre in pianto. Dice l'evangelista Luca: «Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei» (v. 13). Questa «compassione» è l'amore di Dio per l'uomo, è la misericordia, cioè l'atteggiamento di Dio a contatto con la miseria umana, con la nostra indigenza, la nostra sofferenza, la nostra angoscia. Il termine biblico «compassione» richiama le viscere materne: la madre, infatti, prova una reazione tutta sua di fronte al dolore dei figli. Così ci ama Dio, dice la Scrittura".

"E qual è il frutto di questo amore? E' la vita! Gesù disse alla vedova di Nain: «Non piangere!», e poi chiamò il ragazzo morto e lo risvegliò come da un sonno (cfr vv. 13-15). La misericordia di Dio dà vita all'uomo, lo risuscita dalla morte. Il Signore ci guarda sempre con misericordia, ci attende con misericordia. Non abbiamo timore di avvicinarci a Lui! Ha un cuore misericordioso! Se gli mostriamo le nostre ferite interiori, i nostri peccati, Egli sempre ci perdona. E' pura misericordia!". E ha ripetuto diverse volte: "Ricordiamolo sempre: Gesù è pura misericordia! Egli ci perdona sempre! Andiamo da Gesù!".

E concludendo, ha aggiunto: "Rivolgiamoci alla Vergine Maria: il suo cuore immacolato, cuore di madre, ha condiviso al massimo la «compassione» di Dio, specialmente nell'ora della passione e della morte di Gesù. Ci aiuti Maria ad essere miti, umili e misericordiosi con i nostri fratelli".

Dopo l'Angelus Francesco ha salutato i diversi gruppi di pellegrini. Ea sorpresa ha ancora aggiunto: "Oggi, non dimentichiamo l'amore di Gesù"

E a proposito di sorprese, ieri sera il papa ha rivolto ai pellegrini della Macerata-Loreto, l'annuale pellegrinaggio proposto da Comunione e Liberazione, che quest'anno ha raggiunto la sua 35ma edizione. Quest'anno vi hanno partecipato circa 100mila persone, in maggioranza giovani (v. foto).

L'elemento speciale è che il papa ha telefonato in diretta ai giovani radunati nello stadio Helvia Recina di Macerata all'inizio del cammino.

Dopo aver salutato i presenti e fatti gli auguri di compleanno al card. Marc Ouellet, che avrebbe subito dopo presieduto l'eucaristia, Francesco ha aggiunto: "So che camminerete per 28 chilometri tutta la notte, recitando il Santo Rosario, cantando insieme, guidati. È bello questo perché è il paradigma della vita. Tutta la vita è un pellegrinaggio. L'importante è l'incontro con Gesù in questa strada della vita, l'incontro con Lui, e questo ti dà la fede, perché è proprio Lui che te la dà. Lasciatevi guidare da Gesù, lasciatevi guidare da Gesù! Tante volte anche per noi la fede è un presupposto ovvio del vivere: diciamo "io credo in Dio" - e va bene -, ma come vivi tu questo nella strada della vita? È necessario che la fede diventi un'esperienza presente.

Quando ci incontriamo, quando incontriamo il Signore, Egli ci sorprende. Il Signore si può chiamare il Signore delle sorprese. Siate aperti alle sorprese di Dio. Anche per voi l'avvenimento di questa notte, che ogni anno cresce, è una sorpresa, è il segno che nulla è impossibile a Dio. Come spiegare altrimenti che da 300 che eravate nel '78 siete diventati lo scorso anno 90.000? Anche voi potete appoggiarvi tutti su Gesù, su questa presenza così affascinante e attraente. Quando vi sentirete stanchi e vi verrà la tentazione di andare per conto vostro, pensate a questo: ripetete il vostro sì, pregate perché ciascuno di voi possa riconoscere nella sua carne piagata nel corpo e nello spirito la propria umanità bisognosa dell'umanità di Cristo, l'unica che può saziare davvero il desiderio dell'uomo.

Il tema che avete scelto per questa notte si riferisce a questo. Andate avanti con speranza carissimi giovani, andate avanti con speranza! E per favore: non lasciatevi rubare la speranza; è il Signore che te la dà. Buona Messa, buon Pellegrinaggio e che il Signore vi benedica. Pregate per me!".

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