06/01/2021, 12.21
VATICANO
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Papa: Epifania, la salvezza operata da Cristo non conosce confini

All’Angelus, papa Francesco fa gli auguri agli ortodossi, che domani festeggiano il Natale. “Attraverso l’annuncio del vangelo”, la luce di Cristo “si diffonde in ogni luogo e in ogni tempo”. ““La stella è Cristo, ma la stella possiamo e dobbiamo essere anche noi, per i nostri fratelli e le nostre sorelle”. Un augurio per la pace in Centrafrica.

Città del Vaticano (AsiaNews) – L’Epifania, che continua l’evento del Natale, celebra “la salvezza operata da Cristo”, che “non conosce confini”. La Natività di Gesù, infatti è “luce che illumina ogni uomo, luce da accogliere nella fede e luce da portare agli altri nella carità, nella testimonianza, nell’annuncio del Vangelo”.

Così papa Francesco ha introdotto la preghiera dell’Angelus di oggi, solennità dell’Epifania.

Parlando dalla biblioteca del palazzo apostolico, il papa ha parlato anzitutto della luce promessa dai profeti (v. Isaia 60,1-6). “Questa luce – ha spiegato - ha la forza di attrarre tutti, vicini e lontani, tutti si mettono in cammino per raggiungerla (cfr v. 3). È una visione che apre il cuore, che allarga il respiro, che invita alla speranza. Certo, le tenebre sono presenti e minacciose nella vita di ognuno e nella storia dell’umanità, ma la luce di Dio è più potente”.

“Questa luce – ha continuato - è il Bambino di Betlemme, è Gesù, anche se la sua regalità non da tutti è accettata. È Lui la stella apparsa all’orizzonte, il Messia atteso, Colui attraverso il quale Dio realizza il suo regno di amore, di giustizia e di pace. Egli è nato non solo per alcuni ma per tutti gli uomini, per tutti i popoli”.

“Come la luce di Cristo si diffonde in ogni luogo e in ogni tempo? Non attraverso i potenti mezzi degli imperi di questo mondo, che sempre cercano di accaparrarsene il dominio. No, ma attraverso l’annuncio del Vangelo. E con lo stesso “metodo” scelto da Dio per venire in mezzo a noi: l’incarnazione, cioè il farsi prossimo all’altro, incontrarlo, assumere la sua realtà”.

“La stella è Cristo, ma la stella possiamo e dobbiamo essere anche noi, per i nostri fratelli e le nostre sorelle, come testimoni dei tesori di bontà e di misericordia infinita che il Redentore offre gratuitamente a tutti”.

Dopo la preghiera mariana, il papa ha fatto gli auguri alle comunità ortodosse che, secondo il calendario giuliano, celebrano domani la ricorrenza del Natale.

Egli ha anche augurato alla popolazione del Centrafrica di camminare “nella pace”, dopo le elezioni presidenziali avvenute nel Paese lo scorso 27 dicembre.

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