Papa: Ascensione, Gesù parte al Cielo; i discepoli partono verso il mondo
Città del Vaticano (AsiaNews) - La "parola chiave" della festa dell'Ascensione è "'andare', o meglio, 'partire'...: Gesù parte verso il Padre e comanda ai discepoli di partire verso il mondo". Così papa Francesco ha caratterizzato la solennità dell'Ascensione, che viene celebrata a 40 giorni dalla Pasqua (o alla domenica successiva). Parlando ai fedeli radunati in piazza san Pietro per la recita del Regina Caeli, il papa ha spiegato: "Gesù parte, ascende al Cielo, cioè ritorna al Padre dal quale era stato mandato nel mondo. Ma non si tratta di una separazione, perché Egli rimane per sempre con noi, in una forma nuova... Gesù rimane presente e operante nelle vicende della storia umana con la potenza e i doni del suo Spirito; è accanto a ciascuno di noi: anche se non lo vediamo con gli occhi, Lui c'è! Ci accompagna, ci guida, ci prende per mano e ci rialza quando cadiamo. Gesù risorto è vicino ai cristiani perseguitati e discriminati; è vicino ad ogni uomo e donna che soffre". E a braccio ha detto: "Gesù è vicino anche a noi qui in piazza. Diciamo insieme: Il Signore è con noi. Credete questo? Diciamo insieme: Il Signore è con noi!".
E ancora parlando a braccio, domanda: "E che cosa porta come regalo al Padre? Le sue piaghe... E gli dice: Guarda Padre, questo è il prezzo del perdono che Tu dai. E quando il Padre ci guarda, ci perdona sempre perché vede il prezzo del perdono... Non dobbiamo aver paura a chiedere perdono perché Gesù ha pagato per noi".
Il pontefice ha sottolineato poi il "partire" dei discepoli, molto vicino al suo slogan sulla Chiesa che deve "uscire" per andare verso le periferie esistenziali. "Ma Gesù è presente anche mediante la Chiesa, che Lui ha inviato a prolungare la sua missione. L'ultima parola di Gesù ai discepoli è il comando di partire: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28,19). È un mandato preciso, non è facoltativo! La comunità cristiana è una comunità "in uscita", "in partenza". E voi mi direte: ma le comunità di clausura? Sì, anche quelle, perché sono sempre "in uscita" con la preghiera, con il cuore aperto al mondo, agli orizzonti di Dio. E gli anziani, i malati? Anche loro, con la preghiera e l'unione alle piaghe di Gesù".
"Ai suoi discepoli missionari - ha aggiunto - Gesù dice: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (v. 20). Da soli, senza Gesù, non possiamo fare nulla! Nell'opera apostolica non bastano le nostre forze, le nostre risorse, le nostre strutture, anche se sono necessarie. Senza la presenza del Signore e la forza del suo Spirito il nostro lavoro, pur ben organizzato, risulta inefficace".
"Ma io vorrei che voi non dimenticaste il regalo che Gesù porta al Padre. Qual è il regalo? Le sue piaghe. E insieme con Gesù ci accompagna Maria nostra Madre. Lei è già nella casa del Padre, è Regina del Cielo e così la invochiamo in questo tempo; ma come Gesù è con noi, cammina con noi, è la Madre della nostra speranza".
Dopo la preghiera mariana, Francesco, "con animo rattristato", ha ricordato "le vittime delle tensioni che ancora continuano in alcune regioni dell'Ucraina, come pure nella Repubblica Centroafricana". "Rinnovo - ha aggiunto il papa - il mio accorato appello a tutte le parti implicate, perché siano superate le incomprensioni e si ricerchi con pazienza il dialogo e la pacificazione. Maria, Regina della Pace, ci aiuti tutti con la sua intercessione materna".
E insieme ai fedeli ha ripetuto due volte: "Maria Regina della Pace, prega per noi".
Il pontefice ha poi ricordato che oggi, solennità dell'Ascensione, si celebra la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, "sul tema della comunicazione al servizio della cultura dell'incontro". "I mezzi di comunicazione sociale - ha spiegato - possono favorire il senso di unità della famiglia umana, la solidarietà e l'impegno per una vita dignitosa per tutti. Preghiamo affinché la comunicazione, in ogni sua forma, sia effettivamente al servizio dell'incontro tra le persone, le comunità, le nazioni; un incontro fondato sul rispetto e sull'ascolto reciproco".
Infine, il papa ha annunciato che ieri a Colvalenza "è stata proclamata Beata Madre Speranza, nata in Spagna col nome di María Josefa Alhama Valera, fondatrice in Italia delle Ancelle e dei Figli dell'Amore Misericordioso. La sua testimonianza aiuti la Chiesa ad annunciare dappertutto, con gesti concreti e quotidiani, l'infinita misericordia del Padre celeste per ogni persona". Il pontefice ha chiesto a tutti i presenti di salutare la beatificazione della Madre con un grande applauso.