22/09/2024, 13.47
VATICANO
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Papa all'Angelus: 'Si ascolti la voce dei popoli che chiedono pace'

Nuovo appello all'Angelus: ricordati Ucraina, Palestina, Israele e Myanmar e altri Paesi in guerra. Nel commento al Vangelo del giorno una riflessione sul potere: "È prendersi cura dei più deboli, questo ti fa grande". Sul bisogno di vita dell'uomo: il potere allontana dalla verità, scoraggia i "servitori" e crea "dominatori". 

Città del Vaticano (AsiaNews) - “Si ascolti la voce dei popoli che chiedono pace”. Così papa Francesco questa mattina dopo la recita dell’Angelus è tornato a invocare la pace in un mondo afflitto da conflitti e sofferenze. “Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, il Myanmar, tanti Paesi che sono in guerra”. La via indicata per aspirare alla pace di farsi prossimi ai più deboli, a chi non detiene il potere, riprende il commento iniziale alla Parola del giorno, letto a partire da mezzogiorno di fronte ad una piazza San Pietro gremita di fedeli. Nel brano (Mc 9,30-37), riferendosi a chi sia “il più grande”, Gesù afferma, prima di chiamare a sé un bambino, ponendolo in mezzo ai discepoli: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo”. “Il vero potere è prendersi cura dei più deboli, questo ti fa grande”, ha affermato il Pontefice.

Ad assistere alla recita della preghiera mariana di oggi - primo giorno di autunno - anche un gruppo di connazionali di Bergoglio dall’Argentina, ma anche dall’Ecuador; presenti anche numerose altre bandiere delle nazioni del mondo. Il Santo Padre dopo aver completato lo storico viaggio apostolico in Asia, dal 26 al 29 settembre si recherà in Belgio e Lussemburgo, per la 46esima uscita del pontificato. Per mettere in pratica, nonostante l’età, quella “Chiesa in uscita” volta ad “annunciare il Vangelo alle genti” a lui tanto cara. Perché “Gesù rinnova il nostro modo di vivere. Ci insegna che il vero potere non sta nel dominio dei più forti, ma nella cura dei più deboli”, ha affermato questa mattina. Da questa attenzione derivano gli instancabili appelli per la pace - “Continuiamo a pregare per la pace” - accompagnati dall’invito di porgere l’ascolto ai “popoli”. Preoccupa in queste ore il fronte tra Israele e Libano, per il rischio che si ampli il conflitto nell’area.

Commentando il Vangelo del giorno papa Francesco ha posto attenzione al silenzio che pervade gli apostoli mentre attraversano la Galilea con Gesù, ma anche una volta giunti a Cafàrnao. “I discepoli tacciono perché discutevano su chi fosse il più grande (cfr v. 34). Tacciono di vergogna. Che contrasto con le parole del Signore! Mentre Gesù confidava loro il senso della propria vita, essi parlavano di potere”, ha detto. Il Messia confida loro quello che appare come un paradosso: è grande chi si fa piccolo e si mette al servizio di tutte le persone. Dopo aver comunicato questo insegnamento “preso un bambino, lo pose in mezzo a loro”, si legge nella Parola. 

“Il bambino non ha potere: il bambino ha bisogno. Quando ci prendiamo cura dell’uomo, riconosciamo che l’uomo ha sempre bisogno di vita. Noi, tutti noi, siamo vivi perché siamo stati accolti, ma il potere ci fa dimenticare questa verità”, ha aggiunto il Pontefice. Il potere offusca le pratiche di cura, allontana dall’essere “servitori” e sospinge a diventare “dominatori”. Ciò è accaduto nell’esistenza di Gesù. “Quando venne consegnato nelle mani degli uomini, Egli non trovò un abbraccio, ma una croce”. Ma c’è speranza, nonostante l’interferenza del potere. “Il Vangelo resta tuttavia parola viva - ha affermato -. Colui che è stato rifiutato, è risorto, è il Signore!”. 

Durante gli appelli conclusi il Vescovo di Roma ha anche ricordato la morte appresa “con dolore” di Juan Antonio López, “delegato della Parola di Dio, coordinatore della pastorale sociale della diocesi di Trujillo e membro fondatore della pastorale dell’ecologia integrale in Honduras”. Vittima non di una violenza isolata, ma sistemica. Nelle parole condivise sull’accaduto ha detto di unirsi al “lutto di quella Chiesa”, esprimendo la ferma condanna ad ogni forma di violenza. “Sono vicino a quanti vedono pestati i propri diritti elementari e a quelli che si impegnano per il bene comune in risposta al grido dei poveri della Terra”.

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