09/06/2024, 13.55
VATICANO
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Papa all'Angelus su Palestina e Israele: 'Stringersi la mano è possibile'

Ricordato il decimo anniversario dell'Invocazione per la pace in Terra Santa con Shimon Peres e Abu Mazen. "Per fare la pace ci vuole coraggio, molto più coraggio che per fare la guerra", ha aggiunto. E sul vertice di martedì 11 tra Giordania, Egitto e Onu sulla situazione umanitaria a Gaza: "Incoraggio la comunità internazionale ad agire urgentemente".

Città del Vaticano (AsiaNews) - Una “conferenza internazionale sulla situazione umanitaria a Gaza” si terrà martedì 11 giugno in Giordania. Questa mattina Papa Francesco, dopo la recita dell’Angelus, ha ricordato questo importante incontro, spiraglio di speranza per la pace nella regione, che consiste in un vertice tra il re hashemita Abd Allah II, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. “Mentre li ringrazio per questa importante iniziativa, incoraggio la comunità internazionale ad agire urgentemente con ogni mezzo per soccorrere la popolazione di Gaza, stremata dalla guerra”, ha detto il Pontefice. Secondo il Ministero della Sanità di Hamas sono 37084 le vittime; nelle ultime ore più di 270 palestinesi sono stati uccisi nella zona del campo profughi di Nuseirat.

“Gli aiuti umanitari devono poter arrivare a chi ne ha bisogno e nessuno lo può impedire”. È seguita la memoria dell’incontro storico avvenuto in Vaticano 10 anni fa, l’8 giugno 2014, tra “il presidente israeliano, il compianto Shimon Peres, e quello Palestinese, Abu Mazen”: l’Invocazione per la pace in Terra Santa. “Quell’incontro testimonia che stringersi la mano è possibile. E che per fare la pace ci vuole coraggio, molto più coraggio che per fare la guerra”, ha continuato Bergoglio dalla finestra del Palazzo Apostolico Vaticano. Incoraggiando quindi i negoziati tra le parti, “che non sono facili”: “Auspico che le proposte di pace per il cessate il fuoco su tutti i fronti e per la liberazione degli ostaggi vengano subito accettate per il bene dei palestinesi e degli israeliani”. Parole che giungono dopo la notizia di ieri della liberazione da parte dell’Idf di quattro ostaggi detenuti sulla Striscia dal 7 ottobre, avvenuta nell’ambito dell’operazione  denominata “Arnon”.

Un pensiero è stato dedicato da Papa Francesco anche al “martoriato popolo ucraino, che più soffre e più anela la pace”. Salutando un gruppo di persone che ha portato questa mattina in piazza San Pietro diverse bandiere gialle e blu, ha affermato: “Incoraggio tutti gli sforzi che si fanno perché la pace possa costruirsi quanto prima con l’aiuto internazionale”. È stato poi aggiunto: “E non dimentichiamo il Myanmar”.

Come di consueto, prima della recita della preghiera mariana Papa Francesco ha commentato la Parola del giorno (Mc 3,22-30). Nel brano dell’evangelista Marco si narra l’accusa rivolta a Gesù da parte degli scribi di essere “posseduto da Beelzebùl”. Infatti, quando Gesù inizia il suo ministero pubblico sperimenta una “duplice reazione” da parte delle persone che lo circondano. Quella dei suoi parenti, che pensavano avesse perso il senno, e quella delle autorità religiose “che lo accusavano di agire mosso da uno spirito maligno”. In verità “Gesù predicava e guariva i malati con la forza dello Spirito Santo”, ha detto Bergoglio. E proprio lo Spirito era in grado di renderlo “divinamente libero”, ovvero “capace di amare e di servire senza misura e senza condizionamenti”. Ed è proprio sulla libertà propria di Gesù che il Pontefice si è soffermato nella riflessione condivisa stamane. 

Gesù era anzitutto libero dalle ricchezze, in quanto ha lasciato la sicurezza della sua casa a Nazaret per vivere “una vita povera e piena di incertezze”. Ma anche dal potere. “Pur chiamando molti a seguirlo, non ha mai obbligato nessuno a farlo, né ha mai cercato il sostegno dei potenti. Ma si è sempre messo dalla parte degli ultimi”, ha continuato Francesco. Inoltre, la libertà comprendeva l’assenza di attaccamento alla fama e all’approvazione. “Per questo non ha mai rinunciato a dire la verità, anche a costo di non essere compreso”. La libertà vissuta e fatta propria da Gesù è un grande insegnamento, in quanto tutte le persone la possono fare propria. Se “permettiamo all’amore gratuito di Dio di riempirci e dilatarci il cuore”, senza divenire schiavi “del piacere, del potere, dei soldi o dei consensi”. Infine, Papa Francesco ha rivolto delle domande a quanti in ascolto per interrogare sul tema della libertà calato nella vita. Tra queste: “Spargo, negli ambienti in cui vivo e lavoro, aria fresca di libertà, di sincerità, di spontaneità?.

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