28/07/2005, 00.00
PAKISTAN
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Pakistan: in 7 giorni 600 arresti tra i fondamentalisti islamici

Molti sono ritenuti responsabili delle crescenti violenze tra sunniti e sciiti nel paese.

Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Quasi 600 persone sono state arrestate in una sola settimana nel quadro delle operazioni contro militanti islamici e predicatori d'odio, volute dal presidente Pervez Musharraf. Lo rende noto Aftab Ahmed Khan Sherpao, ministro degli Interni pakistano.

Sherpao spiega che è stata applicata la legge antiterrorismo che consente la detenzione del sospetto fino a 1 anno senza formale accusa. Molti tra i fermati, rivela, sono ritenuti collegati con i gruppi fondamentalisti banditi dal Paese; gli altri sono leader religiosi musulmani sospettati di avere causato le frequenti violenze tra sunniti e sciiti o persone che pubblicano e diffondono testi inneggianti all'odio religioso. Tra i detenuti, numerosi sono membri di gruppi legati ad Al Qaeda, come Sipah-e-Sahaba Pakistan, Jaish-e-Mohammad e Lashkar-e-Jhangvi.

Il giro di vite è iniziato dopo che il premier britannico Tony Blair aveva sollecitato il Pakistan a prendere provvedimenti nei confronti delle madrasse [scuole islamiche], a seguito della notizia che 3 dei terroristi di Londra avevano visitato il Pakistan. Le fonti governative pakistane negano alcun collegamento tra i raid e gli attentati di Londra e Sharm el-Sheik.

Il 21 luglio il presidente Musharraf, in un discorso televisivo, aveva preannunciato severi interventi contro chi predica odio e un più stretto controllo sui gruppi estremisti islamici e sulle scuole religiose, sospettate di favorire il reclutamento e la formazione di combattenti islamici. Le oltre 10 mila madrasse dovranno venire registrate entro dicembre. Le scuole forniscono istruzione gratuita a oltre 1 milione di bambini, specie in zone trascurate dal sistema educativo statale. Molte, però, non sono ancora registrate e mancano controlli sulla provenienza dei finanziamenti e sui programmi didattici.

Le scuole religiose hanno chiesto "l'immediata" sospensione delle attività contro le madrasse. "Chiediamo – dice in un documento l'Unità degli amministratori delle scuole religiose – che le madrasse non siano bersagliate, in modo diretto o indiretto, con accuse di terrorismo, estremismo e addestramento di militanti".

La Muttahida Majlis-e-Amal, sigla che riunisce i 6 maggiori partiti religiosi di opposizione, critica l'operazione che definisce "terrorismo di Stato" e accusa Musharraf di essere un "burattino dell'Occidente".

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