28/06/2006, 00.00
Pakistan
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Pakistan, Consiglio islamico approva l'emendamento delle Ordinanze Hudood

di Qaiser Felix

Il Consiglio dell'ideologia islamica ha ammesso gli abusi compiuti in nome delle famigerate leggi di ispirazione musulmana ed ha proposto la scarcerazione di tutti i detenuti per casi ad esse correlate.

Islamabad (AsiaNews) – Il Consiglio dell'ideologia islamica (Cii) ha accettato ieri di emendare le controverse Ordinanze Hudood di modo che esse si accordino non solo con il Corano ma anche con il Codice penale ed il Codice di procedura penale pakistani. Lo ha annunciato un comunicato stampa dello stesso Cii.

Secondo il documento, il Consiglio – che inizia in questi giorni la sua 161esima sessione, presieduta da Muhammad Khalid Masud – ha deciso inoltre di pubblicare il suo rapporto sulle Ordinanze ed ha approvato una risoluzione che propone la liberazione su cauzione di tutte le donne al momento detenute per accuse correlate alle Hudood.

Quest'ultima decisione è molto importante, dato un sondaggio che vuole circa 200 mila casi legati alle ordinanze tuttora pendenti. Nel solo registro di Lahore, la Corte federale si deve pronunciare su 1.400 casi: questo provoca l'ingiusta detenzione di coloro che sono in attesa di giudizio, per la maggior parte donne.

Le ordinanze islamiche Hudood sono state approvate nel 1979, sotto la giunta militare del generale Zia-ul-Haq: esse sono composte da 4 parti che regolano i temi della proprietà, del qazaf [falsa accusa di adulterio ndr], dell'adulterio e delle proibizioni.

Le ordinanze, tra l'altro, non discriminano fra adulterio e stupro: una donna vittima di uno stupro deve presentare davanti ad una corte islamica la testimonianza di 4 maschi – adulti e musulmani - che abbiano visto l'atto e possano testimoniare che sia stato compiuto con violenza per avere giustizia dallo Stato. Secondo le ordinanze, se la vittima non è in grado di produrre le testimonianze, può essere accusata di adulterio e condannata al carcere.

Le decisioni del Cii seguono una serie di campagne lanciate da gruppi civili e per i diritti umani che hanno sottolineato tramite la stampa locale ed internazionale gli innumerevoli abusi delle leggi compiute dalle autorità locali: il presidente dell'organo discuterà della questione con i deputati pakistani ed i più influenti leader religiosi islamici per preparare insieme a loro la bozza finale di emendamento.

Il Consiglio ha chiarito che "nessun emendamento andrà contro il Corano o i detti di Maometto, ma è necessario che le Ordinanze si mettano al passo con il sistema giudiziario moderno" ed ha ammesso che "le leggi di ispirazione islamica non sono riuscite a diminuire il tasso di criminalità nel Paese".

I gruppi di minoranza del Paese, così come quelli che si battono per i diritti delle donne, hanno espresso soddisfazione per la decisione, ma ritengono l'emendamento una mossa troppo leggera per ridurre l'ingiustizia delle Hudood.

Parlando alcuni giorni fa dell'argomento con AsiaNews, Shahbaz Bhatti, presidente dell'All Pakistan Minorities Alliance, aveva detto: "Quella delle ordinanze Hudood è una parte draconiana della nostra giurisprudenza, in special modo per le donne e le minoranze religiose". "E' ingiusto – spiega – che vengano puniti secondo le Hudood anche dei non musulmani e che in più questi non possano essere difesi da avvocati non musulmani. Non siamo interessati ad emendare questa legge: vogliamo che essa sia abolita del tutto. In alternativa, possiamo proporre solo che essa non venga usata contro le minoranze".

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