20/12/2019, 12.50
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Paesi musulmani riuniti a Kuala Lumpur. Mahathir: L’islam è ‘in crisi’

Dal tema “Il ruolo dello sviluppo nel raggiungimento della sovranità nazionale”, il vertice si è aperto ieri e si concluderà domani. Il summit ha suscitato disappunto in Arabia Saudita, che vede nell'evento una minaccia all’influenza dell’Organizzazione della cooperazione islamica (Oic).

Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) – I musulmani, la loro religione ed i loro Paese “sono in uno stato di crisi”: jihad, governi oppressivi e neocolonialismo sono solo alcune delle questioni chiave che il mondo musulmano deve affrontare. Lo ha dichiarato ieri il primo ministro malaysiano, Mahathir Mohamad, durante il suo intervento di apertura ad un atteso vertice tra alcune delle nazioni a maggioranza islamica più popolose al mondo.

Dal tema “Il ruolo dello sviluppo nel raggiungimento della sovranità nazionale”, il Kuala Lumpur Summit 2019 si è aperto ieri e si concluderà domani. Tra i partecipanti vi sono capi di governo, esperti, intellettuali, politici, leader di comunità e rappresentanti del settore privato; 450 delegati provenienti da 56 Paesi, chiamati ad esporre, analizzare e proporre soluzioni alle problematiche che affliggono i musulmani.

Il summit ha suscitato disappunto in Arabia Saudita, che vede nell'evento una minaccia all’influenza dell’Organizzazione della cooperazione islamica (Oic) dominata da Riyad. L’organismo è composto da 57 Stati membri e si presenta come la voce collettiva del mondo musulmano. Ad indispettire i sauditi è stata soprattutto la partecipazione al vertice di Kuala Lumpur dei leader di Iran, Qatar e Turchia – rivali regionali di Riyadh.

Oltre al presidente iraniano Hassan Rouhani, ieri all’evento sono intervenuti lo sceicco del Qatar, Tamim bin Hamad al-Thani, e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Sebbene avesse ricevuto l’invito, il re saudita Salman bin Abdulaziz Al Saud non ha voluto recarsi nel Sud-est asiatico. Tra le assenze pesanti vi sono anche quelle di Imran Khan, primo ministro del Pakistan, e Joko “Jokowi” Widodo, presidente dell’Indonesia.

In qualità di presidente del vertice, il 94enne Mahathir è intervenuto per primo. “Ovunque – ha dichiarato – assistiamo a Paesi musulmani distrutti, i loro cittadini costretti a fuggire e a cercare rifugio in nazioni non islamiche”. Il premier malaysiano ha sottolineato che “conflitti fratricidi, guerre civili, governi fallimentari e molte altre catastrofi” continuano ad affliggere Paesi musulmani e islam, “senza alcuno sforzo serio per cessarle o ridurle o riabilitare la religione”. “Oggi abbiamo perso il rispetto del mondo. Non siamo più fonte di conoscenza né modello di civiltà umana”, ha aggiunto.

La crescente islamofobia che denunciano i musulmani deriva in parte da quanti sono disposti a morire per proteggere la religione, ha sostenuto Mahathir. Secondo il leader malaysiano, gli “atti non rispettabili di terrore” hanno solo peggiorato le percezione globale dell’islam. “Possiamo anche affermare di esercitare il jihad, ma il risultato è una maggiore oppressione dei musulmani ovunque – ha concluso –. Siamo espulsi dai nostri stessi Paesi, respinti da quelli di asilo, oppressi e condannati. Abbiamo causato la paura dell'islam al punto da creare l'islamofobia”.

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