25/11/2019, 15.28
INDIA
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P. Tom Uzhunnalil: La preghiera è l’arma più potente

di Nirmala Carvalho

Il salesiano indiano è stato per 18 mesi nelle mani di un commando estremista in Yemen. Nel suo libro “By the Grace of God”, egli racconta la sua esperienza di prigionia e di fede. Il pensiero fisso è per le suore di Madre Teresa rimaste senza prete dal 2016 e per le quattro religiose trucidate. Il perdono “è l’arma efficace della preghiera”.

Mumbai (AsiaNews) – “Pregate, pregate, pregate. La preghiera è l’arma più potente”. Lo afferma p. Tom Uzhunnalil, il salesiano indiano rapito in Yemen nel marzo 2016 da un commando Jihadista e liberato dopo 18 mesi. Il 23 novembre egli ha presentato il suo libro “By the Grace of God” nel quale racconta la sua esperienza di prigionia e di fede.

L’evento si è tenuto nella chiesa di St. Andrew a Bandra, un quartiere di Mumbai. Era organizzati dal movimento giovanile Andrean Youth Movement (Aym). Con l’occasione, il missionario ha voluto porgere i suoi omaggi al card. Oswald Gracias, titolare dell’arcidiocesi, alla vigilia del 12mo anniversario dell’elevazione a cardinale – che ricorreva ieri, nella solennità di Cristo Re. “Possa Gesù, il Re dei re – dice – benedire sua Eminenza con tutte le grazie di cui egli ha bisogno per guidare i fedeli a lui affidati sulla via che Gesù vuole”.

Dopo aver celebrato la messa, p. Tom ha raccontato con calma e chiarezza il rapimento e i 557 giorni trascorsi in cattività. Il 4 marzo 2016 un gruppo islamico ha attaccato il compound delle missionarie della Carità ad Aden, uccidendo quattro suore e altre 12 persone. Nell’occasione gli estremisti hanno sequestrato un sacerdote, p. Tom Uzhunnalil, liberato nel settembre dell’anno successivo.

Nonostante le violenze cui ha assistito e le sofferenze provate sulla propria pelle, il salesiano cerca sempre d’infondere serenità e rilanciare l’impegno verso il dialogo tra le religioni. La sua preoccupazione principale è per le suore di Madre Teresa, “rimaste senza sacramenti dal 2016. Io sono stato l’ultimo prete in Yemen”.

Nel suo discorso, egli insiste sul valore del perdono insieme alla preghiera: “Il perdono è un’arma efficace nel pregare per coloro che vi fanno del male. Se non perdonate, vi torturerà. Anch’io durante la mia prigionia ho pregato per i miei rapitori, ho pregato che Dio potesse benedirli cambiando il loro cuore. Ripetevo spesso: ‘Dio, perdonali’. Non giudicate. Quando vedete le notizie, pregate. Non credete in qualsiasi cosa, pregate per la pace nei loro cuori”.

Accanto alla preghiera e al perdono per i suoi rapitori, p. Tom racconta di aver ripensato spesso alle suore di Madre Teresa trucidate dagli estremisti. Nel libro egli afferma che “l’eroico e tragico martirio delle suore mi turbava. Un giorno qualcosa mi ha spinto a pregare che Dio ci desse la pioggia come segno dal Paradiso che le suore gioissero della sua visione benedetta. Che ci crediate o meno, quella sera c’è stata davvero un violento acquazzone”.

“Sono convinto che il mio rilascio – afferma – è stato il frutto delle preghiere di milioni di persone in tutto il mondo, in particolare le preghiere e i sacrifici dei miei connazionali. Ringrazio dal profondo del cuore ognuno di voi. Possa il Signore benedirvi in abbondanza e niricompensarvi al meglio come Egli sa”.

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