09/10/2020, 11.11
INDIA
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P. Stan Swamy, 83 anni, attivista pro-tribali, arrestato per ‘terrorismo maoista’ (VIDEO)

di Nirmala Carvalho

Il sacerdote gesuita è da circa 50 anni impegnato a difendere i diritti forestali degli Adivasi nel Jharkhand. Da mesi era interrogato e messo davanti a prove manipolate. “Questo è un attacco contro i poveri”. Sotto il governo del Bjp (nazionalista indù), p. Swamy era stato accusato anche di sedizione.

New Delhi (AsiaNews) – Il gesuita p. Stan Swarmy, 83 anni, è la persona più anziana ad essere accusata di terrorismo. Ieri sera, nel Jharkhand, il sacerdote attivista e difensore dei diritti dei tribali è stato arrestato dalle forze di sicurezza (National Investigation Agency, Nia) e trasferito in prigione dal centro sociale in cui vive, il Bagaicha, gestito dai gesuiti.

Un collega del campo racconta che i funzionari del Nia erano “rudi e arroganti; non hanno presentato alcun mandato. Essi hanno detto che il padre era accusato e che un alto ufficiale voleva incontrarlo all’ufficio Nia di Ranchi”. Al presente non si sa dove il sacerdote sia tenuto.

P. Swamy non è nuovo agli interrogatori. Proprio ieri ha diffuso una dichiarazione in cui racconta di essere già stato interrogato per 15 ore complessive e per cinque giorni consecutivi, dal 27 al 30 luglio e il 6 agosto. L’ufficiale che lo interrogava gli ha mostrato pezzi di informazioni apparentemente presi dal suo computer che mostravano il suo legame con “forze maoiste”.

P. Swamy spiega: “Ho detto loro che quel materiale sono pure invenzioni inserite di nascosto nel mio computer e io non le riconosco come mie”.

P. Michael Kerketta, anch’egli gesuita, teologo indiano e professore al Centro teologico regionale di Ranchi, racconta ad AsiaNews: “Conosco personalmente p. Stan Swamy. È una persona molto impegnata coi più poveri dei poveri, coi tribali, gli emarginati, per la dignità e i diritti umani. Quanto succede è spiacevole, è un attacco contro i poveri. Siamo molto preoccupati per la sua salute”.

P. Swamy, essendo anziano, soffre di alcune difficoltà. Originario del Kerala, egli ha passato quasi 50 anni nella regione tribale del Jharkhand lavorando per i diritti forestali della comunità Adivasi. Egli ha espresso critiche verso gli eccessi di violenza della polizia e verso il governo, che ha fallito nell’applicare la legge sulla difesa dei tribali. Di tanto in tanto si mette a difendere i giovani Adivasi che vengono incarcerati in modo indiscriminato.

Con il governo del Bjp (nazionalista indù) in Jharkhand, Swamy e diversi suoi colleghi sono stati accusati di sedizione, ma le accuse sono state tolte dopo la salita al potere di Hemant Soren del Jharkhand Mukti Morcha.

Per l’avvocato Mihir Desai, la presente accusa di terrorismo risale a un incontro pubblico a Pune, tenutosi il 31 dicembre 2017 in cui – secondo la polizia e il Nia – il p. Swamy ha pronunciato discorsi infiammati, che hanno portato a violenze in Maharashtra. Da qui l’accusa di legami con i maoisti.

“Condanniamo con forza l’arresto di p. Stan Swamy”, ha detto ad AsiaNews il p. George Pattery, già superiore gesuita della provincia del Sud Asia. “E’ qualcosa di molto spiacevole ed è un modo illegale di fare le cose, intollerabile. Non possiamo accettare un arresto senza alcun mandato”.

Jairam Ramesh, parlamentare del Congress per il Karnataka, definisce  “oltraggioso” l’accaduto. “Conosco p. Swamy – aggiunge – e sono ben cosciente del suo lavoro fra gli Adivasi. Questa è una tipica tattica del premier Modi di picchiare e intimidire gli attivisti sociali. Tutto ciò è atroce!”.

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