06/03/2010, 00.00
NEPAL
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Omicidi e minacce di morte mettono a tacere la stampa nepalese

di Kalpit Parajuli
Il governo nepalese ammette il coinvolgimento di alcuni poliziotti dietro gli omicidi di Jamin Shaha, ucciso lo scorso 7 febbraio e Arun Singhaniaya, freddato da un colpo di pistola il 1 marzo. Entrambi erano esponenti di spicco del mondo dei media nepalesi. In segno di protesta i giornalisti hanno donato al Primo ministro una penna e una pistola come simbolo delle violenze subite.

Kathmandu (AsiaNews) – Continuano gli attacchi contro giornalisti ed esponenti del mondo dei media. Il 1 marzo scorso a Janakpur un gruppo di ignoti ha freddato con colpo di pistola Arun Singhaniya, direttore del quotidiano Express Today. La sua morte segue quella di Jamin Shaha, proprietario dell’emittente televisiva Nepal T.V.. Saha è stato assassinato lo scorso 7 febbraio mentre attraversava a bordo della sua auto una delle vie più trafficate di Kathmandu.   Minacce di morte invece per i giornalisti che tentano di indagare sui fatti. Di recente il governo ha ammesso che gli omicidi sarebbero stati pianificati da un gruppo di poliziotti ed ex ufficiali delle forze dell’ordine legati alla criminalità, preoccupati per le continue inchieste sulla collusione tra polizia e ambienti della malavita. "Il governo deve essere più sensibile rispetto a queste minacce e arrestare i colpevoli – afferma Dharvendra Jha responsabile del Consiglio degli organi di stampa nepalesi – se il governo non può farlo, allora lotteremo per la nostra sicurezza”.

Briha Kumar Yadav, corrispondente regionale per la Bbc ed editore del Today Express dice di aver ricevuto minacce di morte dopo la pubblicazione di alcuni articoli sull’omicidio di Singhaniya. Altri 11 giornalisti denunciano di aver ricevuto telefonate intimidatorie.

In questi giorni i giornalisti sono scesi in piazza nelle città dei vari distretti del Paese per chiedere al governo maggiori misure di sicurezza. Nel distretto di Jhapa (Nepal orientale) i rappresentanti della stampa locale hanno donato al Primo ministro Madhav Kumar Nepal una penna e una pistola, quali simboli delle violenze subite.

Denunce arrivano anche dalla comunità internazionale. Jean Romnicianu, responsabile della missione in Nepal per l’ambasciata francese, afferma: “Il governo deve dare un forte messaggio a tutto il Paese altrimenti resteranno impuniti gli attacchi contro la libertà di stampa e l’indipendenza dei media”.  

Bhin Rawal, ministro degli interni, assicura che chiunque si cela dietro queste attività criminali sarà punito.  “Questa – afferma -  è una seria questione di sicurezza proprio perché la polizia è coinvolta nelle attività criminali”.

Secondo un rapporto della Nepal police (Np) sarebbero tre sovrintendenti della polizia ad aver pianificato l’omicidio Jamin Saha. Questi sono: Srendra Bahdur Singh, Ganseh Chanda e Arjun Chand. Il documento fa riferimento anche ad altri uomini legati alle forze dell’ordine tra cui un poliziotto in pensione.    

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