29/06/2005, 00.00
CINA
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Nuovo vescovo di Shanghai: “Servire la comunità contro il dilagare del secolarismo”

L'Ufficio affari religiosi di Shanghai tenta di negare che la nomina del presule abbia avuto il consenso della Santa Sede, ma mons. Joseph Zen e fonti di AsiaNews lo confermano.

Shanghai (AsiaNews) – Essere un vescovo non è un onore, ma un ministero che serve a servire, a essere un modello per tutta la comunità. E’ quanto ha affermato mons. Giuseppe Xing Wenzhi, nuovo vescovo ausiliare di Shanghai, durante l’omelia pronunciata ieri, giorno della sua ordinazione episcopale. La messa è stata celebrata da mons. Aloysius Jin Luxian, vescovo di Shanghai.

L’età avanzata dei fedeli ed il materialismo dilagante di Shanghai – capitale economica della Cina del boom industriale – sono le sfide pastorali che il nuovo vescovo dovrà affrontare all’interno di una delle diocesi più popolose del Paese. Mons. Xing ha dichiarato di “voler seguire le orme di Gesù ed accrescere la mia fede per poter affrontare queste sfide”. “Il secolarismo e la corsa sfrenata verso il denaro sono sbagliati – continua – perché sviano l’uomo dai suoi bisogni più veri”.

In generale la comunità cattolica di Shanghai giudica il nuovo vicario con sentimenti positivi: egli è visto come un uomo dotato di grande fede e di un’ottima preparazione dottrinale. Secondo mons. Jin l’uomo è “dotato della capacità di guardare dentro gli uomini”. “E’ giovane – ha detto inoltre l’anziano prelato – ma maturo: io non devo insegnargli più nulla”.

La nomina del nuovo vescovo e la notizia che essa avrebbe avuto il consenso della Santa Sede ha intanto provocato una reazione dell’Ufficio Affari religiosi – organismo governativo che controlla le attività religiose in Cina - di Shanghai. L'Ufficio oggi ha dichiarato che “la nomina di mons. Xing è affare cinese, con cui il Vaticano non ha nulla a che fare”.

Fonti di AsiaNews in Cina affermano invece che la scelta “è approvata dalla Santa Sede”. Anche mons. Joseph Zen, vescovo di Hong Kong, ha sottolineato oggi il consenso della Santa Sede: “Vi sono stati molti casi – ha detto il prelato durante un’intervista - in cui il Vaticano e Pechino hanno trovato un accordo sulle nomine episcopali, ma è normale che il governo spinga per tenere tutto sotto silenzio”. “La nomina dell’ausiliare di Shanghai – ha aggiunto – va invece vista per quello che è, ovvero un grande passo in avanti nella normalizzazione dei rapporti sino-vaticani”.

Altre fonti di AsiaNews in Cina affermano infatti che la dichiarazione dell’Ufficio “deriva da una posizione dei funzionari dell’Ufficio Affari religiosi di Shanghai” che “si oppongono per una questione personale, non di principio”.

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