22/03/2006, 00.00
Nepal
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Nuova ondata di violenze e morti in Nepal

di Prakash Dubey

Nuovi attacchi dei maoisti, subito dopo che hanno tolto il blocco generale delle strade. Esplode una bomba in un ufficio di Kathmandu.

Kathmandu (AsiaNews) – Continua l'ondata di violenze dei ribelli maoisti, subito dopo che hanno tolto il blocco stradale generale proclamato il 14 marzo. In una settimana hanno ucciso più di 54 persone. Ieri notte un'esplosione nella capitale ha ferito altre due guardie.

L'esplosione è avvenuta nell'ufficio di un ente per la protezione della natura, di cui si interessa il principe Paras, figlio di re Gyanendra.

Nei due giorni precedenti , in due grandi offensive nei distretti di Kavre, 40 km.  est di Kathmandu, e di Jhapa, a 600 km. dalla capitale vicino al confine indiano, i ribelli – dice l'Esercito reale del Nepal – hanno ucciso almeno 29 soldati e hanno perso 3 uomini. Mentre in uno scontro nell'occidentale distretto di Dhading, a 30 km. da Kathmandu, sono caduti almeno 20 ribelli.

Nei tre scontri sono  morti anche 3 civili e oltre 40 sono rimasti feriti.

I nuovi attacchi vengono subito dopo che, il 20 marzo, è stato tolto il blocco generale delle strade proclamato dai maoisti. Il blocco ha colpito con durezza la popolazione, "alla quale fa mancare – dice ad AsiaNews Ram Ekbal Choudhary, attivista per i diritti umani – i mezzi giornalieri di sostentamento. Tutti sperano in un ritorno alla normalità, e invece il Paese sembra divenuto un immenso campo di battaglia e si diffonde la paura".

Il blocco è stato tolto solo dopo che i principali partiti politici lo hanno chiesto ai maoisti, facendo presente che impediva a molta gente di lavorare e di avere di che vivere. Ma c'era anche il timore che desse a re Gyanendra motivo per un'ulteriore evoluzione assolutistica e una "macabra militarizzazione" del Paese.

"Solo una lotta pacifica - afferma Choudhary - può costringere il re a non utilizzare l'esercito per sopprimere ogni protesta. Il re sa che un ulteriore ricorso alla forza contro le manifestazioni pacifiche dei partiti politici e del popolo porterebbe maggior isolamento e proteste da parte della comunità internazionale".

"Ma ora i maoisti provocano un'escalation di violenza, che fornirà una facile scusa al re per usare la forza contro ogni opposizione, anche dei partiti politici. Anche la comunità internazionale sta restando muta di fronte a questa violenza dei maoisti".

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