13/03/2006, 00.00
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Nasce da Bin Laden e dall'islam il conflitto di civiltà

Per le vignette su Maometto convocata una conferenza internazionale in Bahrein, ma dal Pakistan arriva una premio di un milione di dollari per chi ucciderà i disegnatori. Una psicologa siriana ad Al-Jazeera: "è uno scontro fra libertà e oppressione, tra democrazia e dittatura. E' uno scontro fra diritti umani, da una parte, e la violazione di questi diritti, dall'altra".

Doha (AsiaNews) - A Riyadh, in Arabia Saudita, alcuni esponenti religiosi musulmani annunciano una conferenza internazionale "per difendere il profeta e dare al mondo occidentale la vera immagine dell'islam", quasi contemporaneamente a Peshawar, in Pakistan, un mullah offre un milione di dollari e un'automobile nuova a chi ucciderà gli autori delle vignette su Maometto.

Sono i volti di una religione a proposito della quale Wafa Sultan, psicologa siriana rifugiata negli Usa, in un dibattito su Al-Jazeera ha detto: "solo i musulmani difendono le loro credenze incendiando chiese, uccidendo persone e distruggendo ambasciate". "Lo scontro che stiamo osservando nel mondo – ha affermato - non è uno scontro di religioni, o uno scontro di civiltà. E' uno scontro fra due opposti, è uno scontro fra due ere. E' uno scontro tra una mentalità che appartiene al Medioevo e un'altra che appartiene al XXI secolo. E' uno scontro fra la civilizzazione e l'arretratezza, tra barbarie e razionalità. E' uno scontro fra libertà e oppressione, tra democrazia e dittatura. E' uno scontro fra diritti umani, da una parte, e la violazione di questi diritti, dall'altra. E' uno scontro fra coloro che trattano le donne come bestie (bahīmah), e coloro che le trattano come esseri umani. Ciò che vediamo oggi non è uno scontro di civiltà. Le civiltà non si scontrano, ma competono".

Continua dunque nel mondo islamico l'onda lunga suscitata dalle vignette su Maometto e fomentata da alcuni governi e organizzazioni fondamentaliste. La conferenza annunciata in Arabia Saudita dovrebbe vedere la partecipazione di 300 "dignitari musulmani" e dovrebbe svolgersi il 22 e 23 marzo in Barhain. Di più, per ora non si sa, ma sembra certa la presenza di Youssef al-Qardaoui, influente predicatore del Qatar, di origine egiziana, che si dice contrario all'odio ed alla violenza.

Di tutt'altra specie è Mohammad Youssef Qureshi, mullah della moschea di Mohabat, nella provincia pachistana del nord ovest, vicino alla frontiera con l'Afghanistan, dove più forte è la presenza dei talebani. E' lui ad aver promesso il milione di dollari (in oro, proprio come fa Al Qaeda) per chi ucciderà i disegnatori danesi. Di suo ci metterè 500mila rupie, circa 8mila dollari. Gli altri li hanno promessi i commercianti e gli artigiani della città.

E' questo l'atteggiamento che motiva la contestazione che la psicologa siriana ha fatto dell'islam ad Al-Jazeera, in un dibattito a distanza con Ibrahim Al-Kholi, noto islamista, professore all'Università sunnita Al-Azhar e imam della moschea principale di Helwan (periferia del Cairo), della quale AsiaNews riproduce alcuni passi, in una traduzione di padre Samir Khalil Samir, esperto islamologo.

Alla domanda del moderatore su chi ha usato per primo il concetto di scontro di civiltà? Non è Samuel Huntington? […] Non era Bin Laden.

Wafa Sultan: i musulmani sono quelli che hanno iniziato a utilizzare questa espressione. I musulmani sono quelli che hanno iniziato lo scontro di civiltà. Il Profeta dell'Islam diceva: "Mi è stato ordinato di combattere (fino all'uccisione) (uqātila) la gente, fino a quando essi non credano in Allah e il Suo Messaggero". Quando i musulmani hanno diviso le persone in musulmani e non-musulmani, ed hanno chiamato a combattere contro questi ultimi fino a quando non avessero creduto in ciò in cui loro stessi credevano, hanno iniziato questo scontro e questa guerra. Col proposito di iniziare questa guerra, costoro dovrebbero riesaminare i loro libri e curricula islamici, i quali sono pieni richiami per il takfīr (= proclamare l'altro kāfir, cioè infedele) e la lotta armata (qitāl) contro gli infedeli (kuffār). Il mio collega (= Dr. Ibrahim Al-Khouli) ha detto che lui non offende mai la fede delle altre persone. Quale civiltà sulla faccia di questa terra gli permette di chiamare l'altra gente con appellazioni che loro non hanno scelto per loro stessi? Una volta lui li chiama "Gente della protezione" (Ahl Al-Dhimma), un'altra volta li chiama la "Gente del Libro" (Ahl al-Kitāb), e ancora altre volte li compara a scimmie o maiali, oppure li chiama Nazareni (Nasāra), oppure "coloro che suscitano l'ira di Allah" (Corano, Fātiha 7). Chi vi ha detto che sono "Gente del Libro"? Loro non sono "Gente del Libro", sono "Gente di (tanti) libri": tutti i libri scientifici utili che voi avete oggi sono di loro, frutti del loro pensiero libero e creativo. Chi vi da il diritto di chiamarli "coloro che suscitano l'ira di Allah e si sono smarriti" (Corano, Fātiha 7)? E poi viene qui e dice che la vostra religione comanda di trattenersi dall'offendere la fede degli altri? Io non sono una cristiana, non sono musulmana neppure ebrea. Io sono un essere umano laico. Non credo nel soprannaturale.

Ibrahim Al-Kholi: E' atea?

Wafa Sultan: ma rispetto il diritto degli altri di credere in questo.

Ibrahim Al-Kholi: Vuol dire che Lei è atea? E' atea?

Wafa Sultan: Lei può dire ciò che le piace.

Ibrahim Al-Kholi: Io Le chiedo: Lei è atea?

Wafa Sultan: Io sono un essere umano laico, che non crede nel soprannaturale…

Ibrahim Al-Kholi: se Lei è atea, non c'è nessun motivo di criticarla, dato che lei ha bestemmiato contro l'Islam, contro il Profeta dell'Islam e contro il Corano dell'Islam!

Wafa Sultan: queste sono cose personali che non la riguardano.

[…] Fratello, lei può credere nelle pietre, fino a quando non me le lancia addosso. Lei è libero di adorare chiunque Lei voglia, ma la fede delle altre persone non la riguarda, sia che credano che il Messia è Dio, figlio di Maria, o che Satana sia Dio, figlio di Maria. Lasci che gli altri abbiano le loro credenze. […] Gli ebrei sono usciti fuori dalla tragedia (dell'Olocausto), ed hanno forzato il mondo a rispettarli, con la loro conoscenza, non con il loro terrore; con il loro lavoro, non con il loro urlio. L'umanità deve la maggior parte delle scoperte e la scienza del XIX secolo e del XX secolo agli scienziati ebrei. Quindici milioni di persone, esiliati in tutto il mondo, si sono unite e hanno guadagnato i loro diritti attraverso il lavoro e il sapere.

Non abbiamo mai visto un solo ebreo farsi esplodere in un ristorante tedesco. Non abbiamo mai visto un solo ebreo distruggere una chiesa. Non abbiamo mai visto un solo ebreo protestare contro questo (l'Olocausto) uccidendo le persone.

I musulmani hanno fatto in pezzi tre statue di Buddha. Non abbiamo visto un solo buddista incendiare una moschea, uccidere un musulmano, o dar fuoco ad un ambasciata. Solo i musulmani difendono le loro credenze incendiando chiese, uccidendo persone e distruggendo ambasciate. Questa strada non produrrà nessun risultato. I musulmani devono chiedere a loro stessi cosa possono fare per l'umanità, prima di pretendere che l'umanità li rispetti.

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