Musulmani indonesiani contro il "Califfato" e l'Isis: Serve la pace e la coesistenza
Jakarta (AsiaNews) - La società civile e le due maggiori organizzazioni islamiche dell'Indonesia condannano "senza appello" l'operato dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isis) e le azioni compiute dal suo leader, lo "sceicco" Abu Bakr al-Baghdadi. Kiai Hajj Malik Madani, funzionario al vertice della Nahdlatul Ulama (organizzazione musulmana indonesiana che conta 70 milioni di membri), dice: "Abbiamo bisogno di pace e di coesistenza armoniosa, non di un califfato. Il nostro insegnamento è chiaro: niente guerra fra di noi o con le altre religioni".
La reazione dei leader islamici moderati è provocata dalla circolazione di un video su YouTube, nel quale uno sconosciuto guerrigliero islamico indonesiano (che si fa chiamare Abu Muhammad al-Indonesi) invita "i fratelli e le sorelle musulmane del Paese" a unirsi all'Isis per creare un Califfato islamico in Medio Oriente. Il passo successivo, spiega parlando in lingua bahasa, "sarà quello di avere un Califfato anche qui da noi".
Non si tratta solo dei deliri di un provocatore. A metà luglio 2014, più di mille persone si sono riunite in una moschea di Solo Baru (reggenza di Sukoharjo) per partecipare a un incontro di preghiera ospitato dall'Islamic Daulah Support Forum. Dopo la preghiera, i presenti hanno dichiarato il loro sostegno all'Isis in modo pubblico, affermando di essere pronti a partire per l'Iraq e la Siria. Afif Abdul Majid, organizzatore dell'incontro, ha spiegato che "non tutti hanno accettato di essere 'iniziati', ma almeno la metà ha chiesto di essere 'battezzata' per sostenere la missione". L'uomo ha aggiunto che nelle prossime settimane un simile "battesimo" verrà celebrato anche a Malang (East Java): qui, secondo alcune fonti, il 25 luglio si sono riunite altre 500 persone per una cerimonia simile.
Il ministro indonesiano degli Esteri Marty Natalegawa ha negato che vi siano militanti indonesiani in Iraq schierati con l'Isis, ma il capo dell'anti-terrorismo Ansyaad Mbai ha voluto comunque sottolineare che "qualunque nostro cittadino coinvolto con queste attività sarà punito in maniera molto severa. Coloro che vanno in Medio Oriente a combattere perderanno la cittadinanza e saranno processati con durezza".
Il prof. Syafi'i Maarif, noto docente di Studi islamici ed ex presidente dell'organizzazione moderata Muhammadiyah, conclude: "Il video che sta circolando in questi giorni va condannato senza appello. Soltanto un pazzo potrebbe decidere di unirsi all'Isis e ai gruppetti che li accompagnano".