15/11/2018, 08.45
ISRAELE - PALESTINA
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Moshe Lion, ultra-ortodosso, è il nuovo sindaco di Gerusalemme

Il 37enne burocrate ha battuto al ballottaggio il laico Ofer Berkovitch. Quest’ultimo non accetta la sconfitta e parla di brogli. Lion ha impostato una campagna elettorale su paura e pericolo di “secolarizzazione”. Per protesta sulla tregua a Gaza si dimette Lieberman. 

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Il candidato della fazione religiosa ebraica Moshe Lion, sostenuto dai partiti conservatori ultra-ortodossi, è il nuovo sindaco di Gerusalemme. Egli ha trionfato al ballottaggio che lo vedeva opposto al candidato dell’ala “laica”, dopo aver condotto una campagna elettorale basata sulla paura e sul "pericolo di una secolarizzazione” della città santa. 

Lion, 37 anni, ha sconfitto al secondo turno il 35enne rivale e vice-sindaco uscente Ofer Berkovitch, che non accetta la sconfitta e lancia in queste ore pesanti accuse di brogli. Il neo sindaco avrebbe vinto grazie al sostegno di Shass, un partito ultra-ortodosso guidato dal ministro israeliano degli Interni Arieh Deri.

Egli ha raccolto il 51,54% dei consensi, rispetto al 48,46% dello sfidante. Per l’ufficializzazione dei risultati mancano ancora 9mila schede; tuttavia, al momento il rappresentante della fazione religiosa è in vantaggio di 6528 voti ed è ormai improbabile un recupero in extremis. 

Il nuovo sindaco di Gerusalemme è un esponente della burocrazia e, come Ofer Berkovitch, ha già ricoperto più volte in passato la carica di consigliere municipale nella città più popolosa del Paese, contesa con i palestinesi. Dopo aver annunciato la vittoria (ufficiosa) alle urne, Moshe Lion ha affermato di voler lavorare per consolidare l’unità. “Conto - ha detto - di essere il sindaco di tutti gli abitanti di Gerusalemme, se Dio vuole”. 

Intanto nel Paese continua a tenere banco la vicenda di Gaza, dove la situazione sembra essersi calmata dopo le gravi violenze dei giorni scorsi. Una parte consistente dell’opinione pubblica israeliana critica il Primo ministro Netanyahu per aver accettato la tregua, vista come una resa ai fondamentalisti di Hamas. Una scelta che ha determinato anche le dimissioni del ministro della Difesa Avigdor Lieberman, che accusa il premier di “resa al terrore”. 

Lieberman ha inoltre aggiunto che il suo partito Yisrael Beiteinu, di estrema destra, potrebbe a breve abbandonare la coalizione di governo. Uno strappo che determinerebbe con tutta probabilità la caduta dell’esecutivo ed elezioni anticipate. 

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