16/01/2015, 00.00
RUSSIA
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Mosca avverte i media: niente caricature di carattere religioso

di Nina Achmatova
Secondo le autorità, offendono i sentimenti dei fedeli e possono violare la legge contro l'estremismo. Intanto in Cecenia, Kadyrov convoca una grande manifestazione popolare contro le vignette e avverte: "La nostra pazienza non è infinita".

Mosca (AsiaNews) - Nessun divieto, ma vive raccomandazioni in Russia a "non pubblicare caricature su temi religiosi" sono arrivate, il 16 gennaio, da parte dell'agenzia federale per il controllo dei media, la Roskomnadzor. Dopo giorni in cui su internet si parlava di "divieti" diramati da alcuni uffici regionali dell'agenzia, Mosca ha tenuto a precisare che pur "esprimendo solidarietà a tutti gli avversari di ogni tipo di estremismo e terrorismo", si chiede ai media della Federazione russa di "non pubblicare vignette che possono violare la legge". Il riferimento, come si legge nella nota pubblicata da  Roskomnadzor, è alla "legge sui media" e a quella "contro le attività estremiste". Le autorità spiegano che da sempre - e non solo dopo la strage alla redazione del giornale satirico francese Charlie Hebdo - caricature su temi religiosi possono risultare "offensive e umilianti" per i fedeli ed essere qualificate come "istigazione a odio etnico e religioso". Così, la "Agenzia delle notizie business" di San Pietroburgo ha dovuto subito cancellare dalla sua homepage la foto della copertina dell'ultimo numero di Charlie Hebdo, che ritrae appunto una vignetta con Maometto.

Dopo gli attentati di Parigi, in Russia davvero in pochi si sono espressi a favore della "libertà" di pubblicare vignette con soggetti legati alle religioni. Nella Federazione, un crogiolo di religioni ed etnie, i musulmani rappresentano tra il 7 e il 10% della popolazione; la seconda comunità religiosa, dopo gli ortodossi. Alcune regioni, come il Tatarstan o il Caucaso del Nord, sono addirittura a maggioranza musulmana.

Con da una parte il russo media ancora fortemente xenofobo e nazionalista, e dall'altra un numero crescente di elettori fedeli all'islam, il Cremlino sa bene che il Paese siede su una bomba a orologeria. Negli ultimi quindici anni, la Russia ha subito diversi attentati terroristici di matrice islamica, legati ai gruppi estremisti del Caucaso; l'integrazione, nelle grandi città come in provincia, rappresenta una delle tematiche più delicate, e più di una volta per risse tra diverse etnie si sono scatenate vere e proprie guerriglie urbane.

Le autorità centrali rimangono caute, tanto più che il concetto di "libertà d'espressione" - che ha riempito le pagine dei media occidentali - in Russia è  argomento piuttosto scivoloso. Sui media ufficiali, si è preferito leggere l'attacco alla Francia come il solito "complotto" americano ai danni di Moca,  ma che stavolta ha preso di mira il presidente Nicolas Hollande, reo di aver proposto un ammorbidimento del regime sanzionatorio varato per la crisi ucraina.

Ed è così che da Mosca nessuno ha finora commento l'iniziativa del leader ceceno Ramzan Kadyrov di tenere - con i leader musulmani locali - una grande manifestazione di protesta per il 19 gennaio, contro le caricature del Profeta Maometto. Accusato dai difensori dei diritti umani di aver di fatto instaurato in Cecenia la sharia - col tacito consenso del Cremlino - Kadyrov ha poi avvertito: "Non permetteremo a nessuno di offendere il Profeta, anche a costo della vita. I musulmani russi non avranno una pazienza infinita". 

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