04/01/2018, 12.12
INDIA
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Mons. Mascarenhas: è terrorismo imporre il culto indù nelle scuole cattoliche

Circa 900 attivisti dell’Akhil Bharatiya Vidyarthi Parishad sono radunati davanti al St. Mary’s Post Graduate College di Vidisha. Il ministro dell’Interno manda 400 poliziotti a ristabilire l’ordine. I vescovi augurano un 2018 “di pace e armonia”.

New Delhi (AsiaNews) – Coloro che vogliono imporre il culto di divinità indù nelle scuole cattoliche dell’India “non sono nazionalisti, ma ultranazionalisti, terroristi”. Lo afferma ad AsiaNews mons. Theodore Mascarenhas, segretario generale della Conferenza episcopale indiana (Cbci), commentando quanto sta avvenendo in queste ore a Vidisha, in Madhya Pradesh. Qui gli attivisti dell’Akhil Bharatiya Vidyarthi Parishad (Abvp) si sono radunati davanti al St. Mary’s Post Graduate College e “pretendono di obbligarci a celebrare un ‘aarti’ per Bharat Mata, cioè un rituale votivo indù in onore della ‘Madre India’”. “La loro imposizione – denuncia – è anticostituzionale, antidemocratica e viola la nostra libertà personale”. Nonostante l’atteggiamento intimidatorio di questi terroristi, il vescovo tiene a “ringraziare il ministro dell’Interno Rajnath Singh, che oggi è intervenuto in maniera diretta e inviato circa 400 poliziotti per ristabilire l’ordine e proteggerci. Poteva succedere qualcosa di molto brutto”.

Il segretario dell'episcopato riferisce che da questa mattina di fronte al cancello d’ingresso del college sono ammassati “900 terroristi che minacciano di entrare per celebrare il culto”. Gli estremisti appartengono ad una branca giovanile del Bjp (Bharatiya Janata Party, partito di governo). La scorsa settimana si sono presentati davanti alla direzione dell’istituto cattolico e intimidito i presenti. Il loro avvertimento – “Avrete problemi se non ci farete entrare” – ha gettato nell’angoscia la popolazione locale.

Secondo mons. Mascarenhas, l’incidente nello Stato del Madhya Pradesh, di recente teatro di altri episodi di intimidazione nei confronti dei cristiani, “è una cosa molto triste, molto pericolosa per l’India. Soprattutto perché gli attivisti si sono presentati non con una richiesta, ma con un ordine”. Poi ricorda: “Noi siamo un’istituzione di minoranza e abbiamo tutto il diritto di gestire le nostre istituzioni. Non possiamo obbligare nessuno ad adorare [le divinità]. Noi non forziamo e non vogliamo essere forzati”. Il vescovo aggiunge che “ora la situazione è sotto controllo, anche grazie alla ferma azione del ministro Singh. Ma non sappiamo quale sarà il futuro”.

A proposito del futuro dell’India, mons. Mascarenhas ha diffuso una nota dei vescovi, in cui si augura “che il 2018 possa essere un anno di pace e armonia, amore e fraternità, sviluppo inclusivo ed integrale per tutti i popoli”. La nota cita il recente attacco contro i dalit a Pune (Maharashtra), durante il quale è morto un esponente della ex casta degli “intoccabili” e che ieri ha portato centinaia di migliaia di dalit a protestare nelle strade di Mumbai. Poi denuncia le frasi offensive di alcuni ministri dell’Unione, uno dei quali ha detto qualche giorno fa che il suo partito “avrà il coraggio di cambiare la Costituzione che include la parola laico”.

Alla luce di tutto questo, dell’ultimo incidente di Vidisha e degli attacchi ai cantori di Natale di Satna, i vescovi dichiarano che “questo tipo di terrorismo è inaccettabile. Questo falso nazionalismo deve finire”. "È tempo per tutti – conclude la nota – di unirsi per preservare la tradizionale fraternità, pace e armonia nel nostro amato Paese. Facciamo appello ai leader di tutto lo spettro politico affinchè essi riconoscano che i gruppi e gli individui che diffondono il veleno e seminano l’odio sono in aumento e vengono incoraggiati. La storia non perdonerà la generazione presente se perderemo quell’eredità guadagnata attraverso il sacrificio e il sangue dei nostri combattenti per la libertà”.

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