14/08/2018, 10.13
IRAN - ASIA
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Mar Caspio, storica intesa sullo status: definiti confini e sfruttamento risorse

Nè mare, né lago: il più grande bacino d’acqua chiusa al mondo potrà beneficiare di uno statuto “speciale”. La firma congiunta dei leader di Iran, Russia, Azerbaijan, Kazakhstan e Turkmenistan. In ballo 50 miliardi di barili di petrolio e di 300mila miliardi di metri cubi di gas naturale. Le acque famose anche per la presenza dello storione, dal quale si ricava il prezioso caviale.

 

Teheran (AsiaNews) - Un accordo sulla suddivisione dei confini dalla portata storica, che si attendeva da oltre 20 anni - lo scontro è nato nel 1991 all’atto della dissoluzione dell’ex Urss - e che dovrebbe chiarire, una volta per tutte lo status legale del mar Caspio. È quello sottoscritto nei giorni scorsi dai leader di Iran, Russia, Azerbaijan, Kazakhstan e Turkmenistan, nazioni che si affacciano su un bacino di acqua salata che non è considerato - a dispetto del nome - né un mare, né un lago.

Il vertice si è tenuto nella città kazaka di Aktau e ha sancito le nuove regole per gli accessi alle acque e ai fondali, ricche di idrocarburi e ambite per la pesca. L’accordo siglato il 12 agosto - che il Turkmenistan ha dichiarato “Giornata del mar Caspio” - fornirà indicazioni sulla costruzione di gasdotti e oleodotti e sulla gestione delle questioni ambientali, a tutela dell’ecosistema del bacino. I Paesi firmatari hanno inoltre stabilito che nessun’altra potenza regionale o mondiale potrà dar vita a una installazione militare nell’area. Una decisione attesa a lungo e che, secondo gli esperti, sarà fondamentale nell’allentare le tensioni attorno al più grande bacino d’acqua chiusa al mondo.

Il padrone di casa e leader ospitante l’evento Nursultan Nazarbaev ha definito la firma della Convenzione sullo status del “mar” Caspio un “avvenimento storico”; sentimenti e opinioni condivise anche dagli altri leader presenti, fra i quali il presidente iraniano Hassan Rouhani e l’omologo russo Vladimir Putin, secondo cui “farà epoca”.

Secondo il Cremlino, l’accordo preserva la gran parte del mar Caspio a livello di superficie come area condivisa; tuttavia, vengono suddivisi i fondali e le risorse naturali fra i cinque Paesi. Le acque del bacino potranno beneficiare di uno statuto “speciale” con libero accesso da tutti i litorali, andando oltre il concetto di acque territoriali.

Un fattore chiave è quello relativo ai confini dei fondali, la cui definizione precisa deve essere oggetto di ulteriori negoziati nella direzione di accordi bilaterali, non multilaterali com in precedenza. La disputa fra mare e lago non è solo una questione lessicale, perché vi è in ballo la titolarità di preziose riserve di idrocarburi: giacimenti di 50 miliardi di barili di petrolio e di 300mila miliardi di metri cubi di gas naturale. Se inteso come mare il Caspio, sebbene chiuso, verrebbe suddiviso secondo il principio della “linea mediana”, costituito dai punti equidistanti dalle cose. Al contrario, se designato come lago ciascuno dei cinque Paesi rivieraschi ne può rivendicare una fetta uguale. A beneficiare, ad esempio, sarebbe l’Iran a discapito del Kazakhstan. Aktau è il quinto dal 2002, che si va a sommare alle oltre 50 riunioni ministeriali e tecniche dal crollo dell’ex impero sovietico.

Infine, il mar Caspio è famoso per le numerose specie di storioni che abitano le sue acque. Un pesce ambito, cui è legata la produzione di caviale; infatti, fra l’80 e il 90% della produzione mondiali proviene proprio dal mar Caspio, anche se il dato sulla produzione ha registrato una diminuzione significativa negli ultimi decenni.

 

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