24/05/2018, 10.35
FILIPPINE
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Manila, respinto il ricorso contro l’espulsione di suor Patricia Fox

L’Ufficio immigrazione conferma la revoca del visto da religiosa missionaria. La suora dovrà lasciare il Paese entro domani. I suoi legali annunciano l'appello al Dipartimento di Giustizia. Le autorità accusano la suora di aver preso parte a raduni politici anti-governo nelle città di Davao e Tagum.

Manila (AsiaNews/CbcpNews) – Il governo filippino ha respinto l'appello di suor Patricia Fox (foto), anziana missionaria australiana costretta dalle autorità a lasciare il Paese. La 71enne superiora delle Religiose di Nostra Signora di Sion nelle Filippine chiedeva le venisse riconosciuto il visto da religiosa missionaria, revocatole lo scorso 23 aprile. A seguito di un’indagine richiesta dal presidente filippino Rodrigo Duterte, il capo dell'Ufficio immigrazione (Bi) Jaime Morente aveva comunicato alla suora l’ordine lasciare il Paese entro 30 giorni. La settimana precedente, la religiosa era stata arrestata e rilasciata dopo un giorno, con l’accusa di aver “aver partecipato a manifestazioni anti-governo”.

Nel Paese da 27 anni, suor Patricia ha svolto la sua opera tra gli agricoltori e le popolazioni indigene. Di recente, la religiosa ha preso parte ad una missione internazionale di inchiesta e solidarietà che indagava su presunte violazioni dei diritti nei confronti di contadini e tribali Lumad, nell’isola meridionale di Mindanao. Le autorità accusano la suora di aver preso parte a raduni politici nelle città di Davao e Tagum.

Il Bi ha ribadito ieri la sua decisione in un documento di tre pagine. “Questo ordine è definitivo ed esecutivo. Non accetteremo alcuna ulteriore mozione per il riesame”, ha affermato Morente. Suor Patricia dovrà dunque lasciare le Filippine entro domani. La portavoce del Bi, Dana Sandoval, ha chiarito che il procedimento di deportazione emesso nei confronti della religiosa per presunte attività politiche è ancora in sospeso, in quanto esso segue un iter distinto dalla revoca del visto. In attesa della risoluzione dell’appello contro l’espulsione, suor Patricia potrebbe ancora tornare nel Paese come “turista”, in quanto non è ancora nella lista nera del Bureau.

L’Immigrazione smentisce l'affermazione di suor Patricia secondo cui l'Ufficio ha ritirato il suo visto senza il dovuto processo e che le accuse di attività politiche illecite non erano sostenute da solide prove. Il Bi ribadisce che la religiosa ha “agito oltre le attività consentite” dal suo visto, lavorando fuori da Quezon City, il luogo “dove aveva affermato che avrebbe condotto la sua opera missionaria” quando ha fatto domanda. L'avvocato Jobert Pahilga, legale di suor Patricia, annuncia che questa settimana farà appello contro l'ultimo ordine della Bi presso il Dipartimento di Giustizia (Doj). “Ci aspettavamo che il Bi avrebbe respinto il nostro ricorso, ecco perché già la settimana scorsa abbiamo preparato un appello da presentare al Doj”, afferma l’avvocato.

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