Malè, ex presidente in esilio accusa la Cina di ‘sequestro di terre’
Mohamed Nasheed vive in esilio a Londra. Almeno 16 atolli presi in affitto da Pechino per costruire porti e infrastrutture sulla “Nuova Via della Seta”. Il leader dell’opposizione lancia l’allarme sul pericolo di una deriva islamica fondamentalista nel Paese.
Malè (AsiaNews/Agenzie) – L’ex presidente delle Maldive, il primo ad essere stato eletto con votazioni democratiche nell’isola, accusa la Cina di “sequestro di terre”. Mohamed Nasheed, 50 anni, leader del Maldivian Democratic Party (Mdp) e costretto all’esilio a Londra da un colpo di Stato, si è recato in visita ufficiale a Colombo, dove è presente una buona base del suo partito. Qui ha denunciato la strategia cinese di affitto dei terreni dell’arcipelago e affermato che le mire espansionistiche di Pechino “minacciano la sovranità nazionale”. Poi ha anche messo in guardia dall’avanzata dell’estremismo islamico, che nel paradiso turistico starebbe creando “uno Stato parallelo”.
Nasheed riporta che le aziende cinesi hanno già preso in affitto almeno 16 isolotti dell’arcipelago situato nell’Oceano indiano, composto da 1192 isole coralline. Le Maldive si trovano sulla rotta della “Nuova Via della Seta” lanciata da Pechino, che sta costruendo porti e infrastrutture sui terreni noleggiati. “Questo è colonialismo – ha detto l’ex presidente – e non dobbiamo consentirlo. Vogliamo che altri Paesi (della regione) si uniscano a noi e parlino la stessa lingua (contro l’espansione cinese). Non siamo contro alcun Paese, e nemmeno contro gli investimenti diretti esteri, ma siamo contro la cessione della nostra sovranità”.
Il leader del Mdp è stato eletto nel 2008 ed estromesso nel 2012 da un colpo di Stato appoggiato dai radicali islamici. Nel 2015 è stato arrestato per terrorismo, ma si è sempre difeso sostenendo che le accuse erano politicamente motivate. A Colombo ha detto che se il prossimo anno dovesse essere rieletto nelle Maldive – Paese islamico di 340mila abitanti –, rinegozierà i contratti con la Cina.
Per quanto riguarda l’avanzata del fondamentalismo, Nasheed afferma che almeno 300 cittadini si sono uniti alle file dello Stato islamico in Siria e Iraq e ora stanno ritornano negli atolli. Secondo lui, “posti chiave del governo sono infiltrati dai salafiti [branca ultra-conservatrice dell’islam, ndr]”. Poi ha aggiunto: “Non è un’esagerazione sostenere che esiste uno Stato parallelo nelle Maldive. Uno Stato dentro lo Stato. Una rete di radicali islamici si è infiltrata in istituzioni strategiche, governo e bande di strada”.
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