18/01/2017, 08.55
TURCHIA
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Magistratura turca: 243 mandati d’arresto contro membri dell’esercito

I militari sono di stanza in 54 province del Paese. Il provvedimento si inserisce nel solco delle decine di migliaia di arresti operati in seguito al tentato golpe di luglio. Gli indagati avrebbero usato un sistema di messaggistica criptato utilizzato anche dal predicatore islamico Gülen. Ha confessato l’autore uzbeko della strage di Capodanno a Istanbul. 

 

Istanbul (AsiaNews/Agenzie) - La magistratura turca ha spiccato un mandato di arresto nei confronti di 243 membri dell’esercito, di stanza in 54 province del Paese. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa locale Anatolie, il provvedimento si inserisce nel contesto dell’inchiesta promossa dai giudici sul tentato golpe del 15 luglio scorso, che ha già portato al fermo di decine di migliaia di persone. 

Dalle prime informazioni diffuse dagli inquirenti, gli indagati avrebbero usato il sistema di messaggistica criptato Bylock; si tratta della stessa applicazione utilizzata in passato dal predicatore islamico Fethullah Gülen, ricercato numero uno delle forze di sicurezza turche e “mente” del tentato golpe. 

Analisti ed esperti sottolineano che i mandati di arresto sono l’ultimo segno di un tentativo sempre più soffocante del governo turco di esercitare un controllo totale sul Paese. All’indomani del colpo di Stato in Turchia del luglio scorso, il presidente Recep Tayyip Erdogan e il governo di Ankara hanno lanciato una campagna di repressione contri i (presunti) autori del fallito golpe.

Il principale indiziato è proprio Gülen, un tempo alleato di ferro di Erdogan e oggi in esilio negli Stati Uniti, sul quale pende una richiesta di estradizione. Finora le autorità turche hanno arrestato oltre 37mila persone, fra cui docenti, militari, intellettuali, oppositori politici, imprenditori, giornalisti, attivisti e semplici cittadini.

Sospesi dal servizio o licenziati circa 100mila funzionari del settore pubblico. In totale, le persone contro cui sono state avviate azioni penali sono 103.850. 

La repressione governativa ha colpito con particolare ferocia il più importante partito di opposizione filo-curdo (il Partito democratico dei popoli, Hdp), i cui vertici sono stati arrestati. Di recente il presidente Erdogan - che ha avviato l’iter parlamentare per l’introduzione del presidenzialismo, con un rafforzamento ulteriore dei propri poteri - ha prolungato lo stato di emergenza, in seguito alla strage di Capodanno in un night-club di Istanbul. 

Il 16 gennaio le forze di sicurezza turche hanno arrestato il principale indiziato dell’attentato: si tratta di Abdulkadir Masharipov, immigrato di origine uzbeka e affiliato alle milizie jihadiste dello Stato islamico (SI). In seguito al fermo, le autorità lo hanno condotto nella divisione sicurezza di Vatan Street e, come da prassi, sottoposto a controlli medici. 

Secondo quanto ha riferito il governatore di Istanbul Vasip Sahin, durante l’interrogatorio Masharipov avrebbe confessato di essere l’autore dell’attacco al Reina, in cui sono morte 39 persone e altre 65 sono rimaste ferite. Un’azione rivendicata dallo SI, cui il terrorista uzbeko sarebbe affiliato, per il coinvolgimento militare di Ankara in Siria. L’uomo sarebbe stato addestrato in Afghanistan ed è descritto come persona colta e capace di parlare quattro lingue.

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