18/05/2007, 00.00
HONG KONG
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Madri di Tiananmen a Pechino: “Cacciate Ma Lik, non è neanche un essere umano”

Dopo la negazione del massacro di Tiananmen del 1989, il presidente del partito pro-Cina si trova nell’occhio del ciclone: proteste da tutte le parti politiche e dai gruppi di familiari delle vittime della repressione.
Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Cresce di intensità la protesta popolare nel Territorio contro Ma Lik, deputato pro-Pechino che ha negato il massacro di Tiananmen ed ha definito impossibile il suffragio universale nel Territorio prima del 2022. In particolare, ha suscitato sdegno la “spiegazione tecnica” con la quale il politico ha negato il massacro. Secondo Ma, “è impossibile che tutti questi corpi siano spariti. Proviamo a mettere un maiale davanti ad un carroarmato e vediamo se la sua carne viene tritata”.
 
In un documento firmato dalle “Madri di Tiananmen”, gruppo composto da 127 familiari delle vittime del massacro del 4 giugno 1989, si legge: “Il deputato ha umiliato le nostre famiglie e noi. Dichiarazioni come questa mostrano una persona che non ha più umanità e che non può essere considerato un essere umano”. Il gruppo non si è limitato a questo, ma ha chiesto alla Commissione permanente dell’Assemblea nazionale del popolo cinese di “allontanare Ma Lik dalla sua carica di presidente dell’Alleanza democratica per lo sviluppo ed il progresso di Hong Kong (Dab)”, partito politico vicino al governo di Pechino.
 
Quello delle “Madri” è solo uno dei tanti segnali di condanna nei confronti del deputato. Una petizione online lanciata dall’Università di Hong Kong (che ha raggiunto già 800 firme) chiede le pubbliche scuse del politico, mentre una lettera dell’Alleanza dei partiti democratici lo ha invitato ad un dibattito pubblico il 27 maggio prossimo. Il tema sarà “La repressione del movimento studentesco anti-corruzione e pro-democrazia del 1989”.
 
Condanna senza appello anche dall’Unione delle organizzazioni cattoliche di Hong Kong, che ha chiesto le dimissioni di Ma, le sue scuse pubbliche e la ritrattazione delle sue affermazioni. Inoltre, i cattolici chiedono a Pechino di lanciare un’inchiesta sulla vicenda.
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